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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Arenzano

Troppi pavoni: il Comune di Arenzano li regala

Sempre più esemplari, negli ultimi anni, si sono spostati fuori dal parco creando problemi igienico sanitari e di sicurezza stradale. Il Comune ne cederà una parte a enti e associazioni no profit, e due Municipi di Genova si sono già mostrati interessati

Gli esemplari rimasti nel parco sono ormai pochi rispetto a quelli che si sono trasferiti fuori: i pavoni di Arenzano - coloratissimo simbolo del comune, da sempre una presenza fissa di villa Negrotto Cambiaso - si sono spostati per tutta la cittadina, e non mancano i problemi di sicurezza stradale e igienico sanitari. Per far fronte alla situazione prima che sfugga definitivamente di mano il Comune ha deciso di cederne gratuitamente una parte, ma solo a enti o associazioni no profit che possano garantirne il benessere. E, soprattutto, che siano disponibili a recarsi sul posto per prenderli e portarli via. Ad oggi, sono già arrivate richieste da due Municipi di Genova.

"Abbiamo intrapreso un discorso con Asl, carabinieri forestali e associazioni che si occupano di benessere animale come Enpa Liguria - spiega il sindaco Francesco Silvestrini a GenovaToday -. Alcuni dei nostri pavoni possono essere ceduti e trasportati con tutte le attenzioni del caso in luoghi che abbiano determinate caratteristiche, come parchi e ville. In questo senso, due Municipi genovesi si sono già mostrati interessati". 

Una convivenza difficile

La situazione è nota da anni agli arenzanesi: i pavoni, accuditi dal Comune mediante la società in house che gestisce il verde pubblico, sono da sempre un'amata attrazione per grandi e piccini. Presenti da svariate decine di anni - sarebbero stati inizialmente introdotti per scacciare i serpenti - non hanno mai dato molto fastidio le "scorribande" temporanee di alcuni animali fuori dalle mura del parco. Anzi, l'attraversamento stradale dei pavoni o la loro sosta sui cartelli stradali ha sempre suscitato la meraviglia di turisti e cittadini.

Ma negli ultimi anni, complice il lockdown e l'atteggiamento scorretto di alcuni residenti che hanno iniziato a nutrire i pavoni fuori dal parco, molti si sono spostati, riproducendosi e, di fatto, moltiplicando il numero in breve tempo: si contano a decine nel prato di piazza Golgi, in alcune zone della Pineta, sulle impalcature dell'ex ospedale Maria Teresa e infine sotto la tettoia all'ingresso della scuola primaria De Calboli, riempiendo di guano la pavimentazione davanti all'accesso dove passano i bambini, sporcando scarpe e rotelle degli zaini. La convivenza non è facile anche per altri motivi: attraversando la strada sempre più spesso diventano un pericolo per automobilisti e motociclisti, lasciano segni con il becco sulle carrozzerie delle auto parcheggiate e infine rovinano le colture dei giardini, diventando a volte aggressivi anche nei confronti degli altri animali domestici soprattutto quando capitano negli spazi privati con i loro piccoli.

"I pavoni - spiega la neo assessora all'Ambiente Lucia Ferrari - hanno un loro spazio all'interno del parco dove vengono alimentati. Dovremo far capire alle persone che non devono nutrirli perché mettono in pericolo gli animali stessi, e poi si creano problemi di vario ordine per Arenzano. Se si abituano a non trovare cibo altrove, torneranno nel parco. I pavoni sono un nostro simbolo, un valore aggiunto per Arenzano, è giusto tutelarli".

Cosa prevede la cessione gratuita

Del problema se ne è parlato diverse volte anche in consiglio comunale, senza però trovare una soluzione vera e propria. Adesso il Comune prova a regalare i magnifici esemplari: una delibera di giunta approvata all'unanimità prevede infatti la cessione gratuita di una parte di pavoni a enti o associazioni no profit che dovranno attestare la possibilità di mantenimento degli stessi, nel rispetto delle necessarie condizioni di benessere animale. L'operazione non dovrà comportare oneri di gestione a carico dei futuri bilanci comunali e sarà cura dei richiedenti procedere alla cattura e al trasporto nelle modalità previste dalla legge.

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