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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Via di Prè

Droga, immobili e griffe false: l'impero in via Prè della principessa dello spaccio

Sequestro di immobili in via Prè e conti correnti per Cira Trotta, nota alle forze dell'ordine come la principessa dello spaccio degli anni 80. Con lei nel ciclone i nipoti Carmela e Antonio Girone, e la moglie di quest'ultimo Erika Arena

La "principessa dello spaccio" di nuovo agli "onori" della cronaca. Cira Trotta, pluripregiudicata, ai "tempi d'oro", intorno agli anni 80, era diventata famosa a Genova per la propria attività di pusher nei vicoli del centro storico di Genova. La sua attività giornaliera portava addirittura allo smercio di 50/70 bustine di eroina al giorno, per un introito pari a 15 milioni alla settimana. Il tutto rigorosamente in sella al suo vespino, fino al 1996, quando la polizia la arrestò.

Ma perché oggi si riparla di Cira Trotta? Un'importante indagini della polizia, partita dal traffico di merce contraffatta, ha riportato la donna sul radar degli agenti. Lei, insieme ai nipoti Carmela Girone e Antonio Girone e alla moglie di quest'ultimo, Erika Arena, reinvestiva i soldi provenienti dallo spaccio in acquisti di immobili, che poi affittava a clandestini.

«Nel corso dei servizi finalizzati alla repressione del reato di vendita di merce contraffatta, il Commissariato Prè effettuava diversi accessi ad appartamenti - racconta la questura - segnalati più volte dai cittadini, utilizzati quali laboratori e magazzini da parte di cittadini africani, soprattutto senegalesi. Importante era oltre al sequestro della merce falsificata, risalire anche ai proprietari degli immobili utilizzati, al fine di deferirli, eventualmente, per le responsabilità penali a loro riconducibili».

Uno dei più importanti siti individuati, rispondeva all’indirizzo di via Prè nr 62/7, più volte segnalato quale crocevia di decine di venditori ambulanti; così il personale del Commissariato Prè cominciava a porre attenzione a quanto accadesse in quell’appartamento.

Nel giugno del 2012, ad un primo accesso, era possibile verificare come la merce contraffatta fosse posta in bella mostra, quasi come la vetrina di un negozio, nell’ingresso dell’appartamento ed allora i poliziotti del Commissariato Prè effettuavano il sequestro di centinaia di capi contraffatti rispondenti a famose griffe, macchine da cucire e punzonatrici.

Non si fermava qui l’azione degli agenti, che cominciavano a raccogliere le dichiarazioni dei senegalesi lì controllati, i quali riferivano a verbale, di pagare l’affitto ad una donna napoletana molto conosciuta in via Prè.

Gli accertamenti catastali permettevano di risalire al proprietario della casa, Carmela Girone, legata alla malavita napoletana radicata fin dal dopoguerra in Via Prè. Tuttavia la donna non risultava avere avuto mai un’attività lavorativa lecita, tale da permetterle l’acquisto di un appartamento.

Le informazioni acquisite dagli stranieri ospitati a quell’indirizzo, permettevano di apprendere che l’affitto veniva tuttavia incassato non da Carmela Girone, bensì da una donna napoletana di nome Cira, identificabile in Cira Trotta, la "principessa dello spaccio", personaggio fortemente radicato a Genova, dove si era trasferita nel 1980, a 17 anni, prendendo subito la sua residenza in via Prè ospite dei suoi parenti. Si sposava con un pregiudicato locale nel 1990, ma manteneva la residenza in via Prè pur abbandonando l’abitazione della sorella.

L’attività di spaccio all’epoca gestita dal clan dei napoletani, la vedeva personaggio di spicco, sempre a bordo di un Vespino 50, con cui scorrazzava per tutta la via, talvolta inseguita dalle Forze dell’Ordine. Nel 1996, dopo un periodo di latitanza veniva tratta in arresto per espiare la condanna di 18 anni di reclusione. Permaneva in carcere fino al 2005, quando cominciava a beneficiare di misure alternative alla detenzione.

Non appena appreso che era proprio Cira Trotta ad incassare gli affitti, l’Ufficio Misure di prevenzione e sicurezza di questo Ufficio, che si occupa del rispetto degli obblighi imposti dalle misure alternative di cui beneficia la donna, di concerto con la divisione Anti Crimine della Questura, cominciava ad effettuare una serie di accertamenti, sotto il coordinamento della locale procura ed in stretta collaborazione con altre forze di Polizia, finalizzati a risalire al “giro” di denaro, che aveva permesso l’acquisto dell’appartamento di via Prè 62/7.

Gli accertamenti riguardavano le proprietà, i movimenti bancari, le mappe catastali ed ogni altra ricerca idonea a scoprire i movimenti di denaro delle persone su cui si indagava, così da individuare eventuali “teste di legno” che si intestavano od operavano in nome proprio ma per conto di altri.

I controlli patrimoniali dimostravano che i proventi dell’attività delittuosa di spaccio di stupefacenti operata da Cira Trotta venivano poi investiti dai nipoti, Carmela Girone e Antonio Girone, ed Erika Arena, attraverso la compravendita di beni immobili ed investimenti finanziari, dimostrando la sproporzione tra queste movimentazioni di capitali ed il reddito dichiarato dalle persone su cui si indaga.

All’esito di tutte le indagini svolte, la Procura della Repubblica emetteva provvedimenti di sequestro di immobili e Conti Correnti, riconducibili alle persone su cui si indaga, con non poca sorpresa e disappunto da parte degli indagati. A seguito dei sequestri è in corso un puntuale esame del cartaceo, al fine di concludere il quadro probatorio.

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