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Cronaca

In tre Municipi, la metà della popolazione non va oltre la licenza media

Il dato emerge dal rapporto 'Fare spazio alla crescita' di Save the Children. A Genova sono 218 i minori senza tetto o senza fissa dimora censiti

Se è vero che con il crollo della natalità in Italia ci sono sempre meno bambini, i 10 milioni e 493mila bambini e adolescenti tra 0 e 19 anni, che vivono nel nostro Paese, di cui 230mila in Liguria, fanno i conti con una evidente disparità nell'accesso agli spazi abitativi, scolastici e pubblici adeguati alla crescita e al loro benessere educativo, fisico e socio-emozionale. Disuguaglianze profonde, che possono fare la differenza in positivo o in negativo nel futuro di bambini e ragazzi, che crescono in regioni diverse, ma anche in due diversi quartieri di una stessa grande città.

Tra gli 0-19enni che vivono in Italia, ben 3 milioni e 785mila, quasi 2 su 5, si concentrano infatti nelle 14 città metropolitane, dove, in media, vive anche il 13,7% dei contribuenti con reddito inferiore ai 15mila euro annui. Il 36,1% degli abitanti della città metropolitana di Genova ha un reddito inferiore ai 15mila euro annui. In queste città, le aree urbane caratterizzate da una maggiore privazione socioeconomica sono spesso anche quelle con meno spazi adeguati alla crescita dei minori. In Italia, il 39,1% dei minori vive in abitazioni sovraffollate, ovvero in case dove non ci sono abbastanza stanze rispetto alle dimensioni della famiglia.

Anche se le condizioni abitative inadeguate riguardano un numero significativo di minori in tutto il Paese (2 su 5 vivono in un'abitazione sovraffollata e tra le famiglie con almeno un figlio minore c'è chi vive in case danneggiate-9,2%, con umidità-13,7% o scarsa illuminazione-5,4%), tra i quasi 13mila minori, che sono senza casa o fissa dimora, 2 su 3 si concentrano nelle città metropolitane, dove si registra anche il 45% di tutti i provvedimenti di sfratto. Dei 12.793 minori senza tetto o senza fissa dimora che vivono in Italia, 8.163 (il 63,8%) si trovano nelle città metropolitane: a Genova sono 218 quelli censiti.

Nelle città metropolitane italiane vivono circa 2 milioni e 600mila studenti, ma le grandi città si distinguono in negativo anche rispetto alla scuola, dove la percentuale di edifici scolastici senza certificato di agibilità raggiunge il 70% (62,8% la media in Italia), e dove anche la presenza di uno spazio collettivo, mensa, palestra, aule tecniche o informatiche risulta inferiore alla media del Paese, già segnata da pesanti carenze: manca una palestra in 3 scuole su 5, uno spazio sociale comune in più di una su tre, e aule tecniche e informatiche sono un sogno per almeno la metà degli studenti minorenni di ogni ordine e grado. Mentre a livello nazionale il 42% delle scuole primarie è dotato di mensa, nelle aree metropolitane la percentuale scende al 39,5%. Genova si colloca però sopra la media nazionale, con una percentuale del 62,2% di scuole primarie dotate di mensa e il 51,7% di scuole secondarie di primo grado.

In otto città metropolitane, inoltre, l’accesso al tempo pieno nella scuola primaria è significativamente inferiore alla media nazionale pari al 38%. Genova si colloca al di sopra della media nazionale per quanto riguarda l’offerta di tempo pieno nella primaria (49,1%), mentre la percentuale scende sotto la media nazionale del 13,3% per la secondaria di primo grado, con l’8,9%.

La città metropolitana di Genova presenta una situazione particolarmente critica sul fronte dell’accesso e mobilità per minori diversamente abili, con percentuali inferiori alla media nazionale: solo il 27,6% delle scuole ha rampe di accesso (la percentuale più bassa di tutte le città metropolitane, ben al di sotto della media nazionale del 47%), il 42,2% è dotato di ascensore per il trasporto di persone con disabilità (contro il 58%), il 48% ha servizi igienici a norma (contro il 67,1%), il 59,7% ha scale a norma – quindi con montascale o rampe - (contro il 75,5%) e il 62% ha porte a norma (contro il 76,8%).

In generale, in Italia, per ogni bambino ci sono 12 metri quadrati di aree sportive, 1,4 di parchi urbani, 1,05 di aree sociali/ricreative attrezzate, 0,59 di arredo urbano e solo 0,4 di giardino/orto botanico a scuola. Inoltre per il 30,7% delle famiglie la carenza di mezzi pubblici è un limite concreto nella possibilità di raggiungere altri quartieri.

Una delle possibilità per ridisegnare gli spazi urbani riguarda, ad esempio, il riutilizzo degli spazi confiscati alla criminalità organizzata per scopi socio-educativi. In Italia, il totale di questi beni (dato aggiornato al 2023) è di quasi 42.500 immobili e, di questi, poco più di 17mila, il 40%, si trovano nelle 14 città metropolitane. Il riutilizzo di questi beni può rappresentare un’opportunità importante per espandere i luoghi di crescita, in contesti spesso svantaggiati e dove gli spazi sono limitati. Ma, ad oggi, i beni effettivamente attivi per scopi educativi e sociali destinati ai minori sono soltanto 237, il 5% del totale, e appena l’1,4% di tutti i beni confiscati nelle 14 città metropolitane. A Genova sono 216 i beni confiscati alla criminalità organizzata; di questi solo 6 sono quelli attualmente utilizzati per scopi educativi e/o indirizzati ai servizi per i minori.

Il rapporto di Save the Children approfondisce poi alcuni elementi di svantaggio all’interno delle città metropolitane. Questa nuova analisi, sviluppata in collaborazione con Openpolis, prende in considerazione in modo combinato due fattori primari quali il livello di istruzione dai 9 anni in su e quello di occupazione tra i 15-64enni, in una scala che va da 2 (minor svantaggio) a 8 (maggior svantaggio), e disegna mappe cittadine segnate da forti disuguaglianze tra diverse zone amministrative:  su 114 municipi dei Comuni principali, delle città metropolitane, 33 presentano fattori di svantaggio più elevati.

A Genova, ad esempio, il municipio 5 Val Polcevera mostra un indice di svantaggio socioeducativo elevato (8), con il 51,7% dei residenti che ha al massimo la licenza media e il 36,8% dei residenti 15-64enni che non ha occupazione. Tra gli altri municipi 6 e 7, Medio Ponente e Ponente mostrano un indice di svantaggio di 7, con la percentuale di residenti con al massimo la licenza media rispettivamente del 48,1% e del 45% e una percentuale del 34,5% e del 35,3% di residenti 15-64enni senza occupazione. I municipi 4, 5 e 6, Media Val Bisagno, Val Polcevera e Medio Ponente hanno le percentuali più alte a livello comunale di residenti con la sola licenza media: 49,3%, 51,7% e 48,1%, di circa 20 punti percentuali più alte rispetto al municipio 8, Medio Levante (indice 2).

Questi i principali dati diffusi oggi con il rapporto 'Fare spazio alla crescita' da Save the Children - l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine e garantire loro un futuro -, in occasione del lancio della nuova campagna di sensibilizzazione “QUI VIVO”, che vuole mettere al centro dell’attenzione i bambini, le bambine e gli adolescenti che vivono nelle periferie geografiche, sociali ed educative nel nostro Paese. Tutti possono aderire alla campagna firmando la petizione lanciata oggi per assicurare educazione di qualità, attività sportive, opportunità e spazi sicuri in cui crescere a tutti i bambini, a partire da elementi molto concreti, come l’apertura delle scuole tutto il giorno o la presenza di biblioteche scolastiche e palestre in tutte le periferie.

"Le periferie urbane oggi sono le vere città dei bambini perché è lì che vive la maggior parte di loro, ma spesso non offrono spazi, stimoli e opportunità adeguati alla crescita, alimentando invece isolamento e marginalità. Nel nostro lavoro in questi contesti, ci troviamo spesso a dialogare con ragazze e ragazzi pieni di risorse e talento, che si sentono traditi dagli adulti, come se il degrado e la deprivazione fossero l’unica risposta di cui siamo capaci nei confronti dei loro bisogni.  Per questo, con la campagna QUI VIVO e il programma di innovazione sociale che lanciamo oggi, puntiamo a valorizzare in positivo la partecipazione e il protagonismo di bambine, bambini e adolescenti, loro sono la migliore risorsa per la rigenerazione e il futuro dei luoghi che abitano. Siamo partiti da cinque territori distribuiti geograficamente da nord a sud nel Paese, caratterizzati da una significativa concentrazione di minori residenti, anche di origine straniera, e da condizioni di deprivazione che li riguardano da vicino. Sono quartieri dove Save the Children ha da tempo avviato percorsi di collaborazione con le realtà pubbliche e private locali nei progetti per il contrasto dell’abbandono scolastico e della povertà educativa, e per l’inclusione dei minori con background migratorio, e dove stiamo ora proponendo un piano condiviso e plurale, con una prospettiva di lungo termine, che possa davvero generare cambiamenti strutturali e sostenibili per tutti i bambini e i ragazzi che vivono in questi quartieri", ha dichiarato Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children.

Con la nuova campagna, Save the Children lancia anche un programma di intervento specifico, 'Qui, un quartiere per crescere'. Predisposto nel 2022, il programma si snoderà su un arco temporale di 9 anni e coinvolge nella prima fase 5 quartieri particolarmente poveri di servizi e opportunità per i minori in cinque grandi città italiane da nord a sud - Prato (Macrolotto Zero), Torino (Aurora-Porta Palazzo), Roma (Ostia ponente), Napoli (Pianura) e Palermo (Zen2) -, con l’obbiettivo di migliorare concretamente il contesto di vita di bambini, bambine e adolescenti in questi luoghi. L’Intervento si basa sulla loro partecipazione diretta e obiettivi condivisi, su un piano di sviluppo territoriale in collaborazione con i principali attori locali che riguarda gli ambiti dell’istruzione e dell’educazione, della salute e del benessere psico-fisico, dell’ambiente e della lotta alla povertà materiale e educativa, nell’ambito di un accordo quadro con il comune o l’ente locale di riferimento e con il coinvolgimento di un Comitato Scientifico e da un gruppo di esperti.

"Con i Punti Luce e con la presenza in tantissime scuole delle periferie urbane tocchiamo ogni giorno con mano il peso delle disuguaglianze che colpiscono i bambini e gli adolescenti e, allo stesso tempo, siamo testimoni di un grande impegno da parte di scuole, organizzazioni ed enti territoriali e degli stessi ragazzi e ragazze proprio nei quartieri più difficili.  La campagna QUI VIVO nasce per essere al fianco di tutti coloro che oggi si attivano per assicurare ai bambini e agli adolescenti un contesto di crescita sicuro e ricco di opportunità. In un Paese dove purtroppo – come sottolinea il nostro Rapporto – oggi avviene proprio il contrario: il maggior numero di bambini cresce nelle aree più povere di servizi essenziali, a partire dalle mense, dal tempo pieno, dalle palestre e dagli spazi pubblici. È assurdo pensare ai tanti immobili, spazi pubblici, beni sottratti alle mafie che restano inutilizzati e in condizioni di degrado, quando potrebbero diventare risorse preziose per la crescita. È necessario un impegno corale per invertire la rotta. Per questo motivo chiediamo, con la Petizione, una “Agenda Urbana per i bambini” che rimetta al centro delle scelte delle città i bambini, le bambine e gli adolescenti, con le loro esigenze e i loro diritti, purtroppo oggi troppo spesso ignorati", ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children.

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