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"Tavoli rotti e lancio di cibo", prosegue la protesta dei detenuti nel carcere di Marassi

Viene contestato l'aumento dei prezzi dei generi alimentari (il 'sopravvitto', beni che vengono acquistati attraverso la spesa interna) e la mancata consegna da parte della ditta appaltatrice 

Secondo giorno consecutivo di protesta in carcere. I detenuti contestano l'aumento dei prezzi dei generi alimentari (il 'sopravvitto', beni che vengono acquistati attraverso la spesa interna) e la mancata consegna della spesa da parte della ditta appaltatrice. 

Spesa non consegnata, protesta delle pentole in carcere

Fabio Pagani, segretario regionale della Uil Pa Penitenziari spiega: "È ripresa intorno alle ore 23.45 di martedì 22 agosto ed è durata circa un'ora. Stavolta tutte le sezioni, si è aggiunta anche la quinta (detenuti appartenenti al circuito alta sicurezza). Dalle celle della prima sezione sono volati lungo il corridoio del reparto pezzi di tavoli, sgabelli e cibo. Non è bastato l’intervento del magistrato di sorveglianza e del direttore dell’Istituto, i due hanno ricevuto e ascoltato una delegazione di detenuti, al momento, però, le rassicurazioni non sembrano essere state considerate sufficienti".

"Occorre immediatamente risolvere la problematica della spesa e del sopravitto - incalza Pagani - altrimenti a tale problematica potrebbero aggiungersi delle altre richieste e a questo punto sarà difficile una immediata risoluzione. Facciamo un appello al ministro Nordio, gli chiediamo di intervenire con celerità sulla situazione del carcere di Marassi. Una situazione nota, non possiamo permetterci disordini per problematiche non risolte in un istituto che ha una capienza regolamentare/ottimale di 456 detenuti, ma ospita invece 700 persone" 

"Il ministro della giustizia Carlo Nordio - conclude il sindacalista della Uil Pa Penitenziari -  farebbe bene a interessarsi compiutamente alle questioni carcerarie e unitamente a tutto il governo Meloni dovrebbe prendere compiutamente atto della strisciante emergenza penitenziaria varando un decreto legge per metterle in sicurezza, cominciando dal rafforzamento della Polizia penitenziaria. Parallelamente, inoltre, il Parlamento dovrebbe approvare una legge delega per riforme strutturali che ridisegnino il sistema d’esecuzione penale, rifondino il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e riorganizzino il corpo di polizia penitenziaria".

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