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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Omicidio Alice Scagni, confermata la condanna a 24 anni per il fratello Alberto

Confermata la condanna in primo grado a 24 anni e 6 mesi di carcere per Alberto Scagni, l'uomo di 42 anni che il 1 maggio del 2022 uccise a coltellate la sorella Alice a Quinto

La Corte d'assise d'appello di Genova ha confermato la condanna in primo grado a 24 anni e 6 mesi di carcere, per Alberto Scagni, l'uomo di 42 anni che il 1 maggio del 2022 uccise a coltellate la sorella Alice sotto la sua abitazione di Quinto.

La procura generale aveva chiesto l'ergastolo contestando il riconoscimento della semi infermità mentale per Scagni, che a febbraio era stato trasferito nel carcere di Torino dopo essere stato picchiato a sangue da due compagni di cella nel carcere di Sanremo.

La mattina del primo maggio 2022, Alberto Scagni aveva telefonato al padre Graziano minacciandolo di morte se non gli avesse accreditato dei soldi sul conto corrente. Passate poche ore, Alberto aveva richiamato il genitore dicendo: "Se non mi dai i soldi lo sai dove finiscono questa sera Alice e Gianluca?" (rispettivamente la sorella e il cognato). A quel punto Graziano Scagni aveva chiamato il 112 parlando con la questura, ma gli operatori avrebbero risposto di chiudersi in casa e richiamare nel caso Alberto si presentasse. Le volanti non erano intervenute perché "non c'era un pericolo attuale e concreto".

Alberto, però, era andato a Quinto, sotto casa di Alice Scagni, la sorella di 3 anni più grande, madre di un bimbo, con un coltello nascosto in un sacchetto, aspettando davanti al portone e straziandola con 17 coltellate.

Scagni era presente in aula durante il processo d’appello, non ha detto nulla neanche dopo il pronunciamento della sentenza che ha confermato la condanna di primo grado: 24 anni e mezzo di reclusione. Durante la sua reclusione in carcere è stato pestato dai detenuti due volte. La prima a Marassi, la seconda e ultima volta a Sanremo, quando è finito in coma farmacologico.

Secondo il procuratore generale Alberto Scagni avrebbe premeditato il delitto, per tale ragione ha chiesto l’ergastolo considerando anche tutte le aggravanti contestate dal pm in primo grado: il mezzo insidioso, la crudeltà e i futili motivi. Il difensore di Alberto invece ha sostenuto che il suo assistito ha bisogno di essere curato, che non ha premeditato il delitto e ha chiesto il rito abbreviato puntando a una riduzione di pena rispetto alla sentenza di primo grado.

Accolta nei giorni scorsi la richiesta di archiviazione del procedimento bis, quello sulle presunte omissioni di due poliziotti e della dottoressa del dipartimento di Salute mentale della Asl3. Per i familiari i tre avrebbero sottovalutato il pericolo mentre per la procura avrebbero agito correttamente.

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