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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Pugni e schiaffi alla compagna incinta, che non vuole fare sesso

Un 25enne di origini ecuadoriane è stato arrestato dai carabinieri e portato in carcere a Pontedecimo. La ragazza è riuscita a proteggere il ventre e il feto, per fortuna, non ha subito danni

I carabinieri del nucleo radiomobile di Genova hanno arrestato un giovane ecuadoriano di 25 anni con le accuse di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e lesioni commesse in danno della propria convivente.

Il 25enne, in stato di ebbrezza, ha minacciato e aggredito la convivente, sua coetanea al secondo mese di gravidanza e con un figlio di tre anni, al fine di costringerla ad avere rapporti sessuali. Al netto rifiuto della donna, il compagno l'ha aggredita con pugni e schiaffi al volto e l'ha scaraventata a terra per portare a compimento il suo proposito criminale, afferrandola violentemente al collo e insultandola perché non voleva quel secondo figlio in arrivo.

La vittima è riuscita a preservare la sua gravidanza dalla violenza del suo aggressore, ponendosi in posizione fetale a protezione del ventre e con determinazione è riuscita a divincolarsi dalla presa energica del suo aggressore, trovando rifugio in bagno dove dapprima ha accusato un malore fisico, rischiando di perdere i sensi, e infine ha trovato la forza per contattare il 112.

I carabinieri del nucleo radiomobile sono accorsi tempestivamente nell'appartamento della donna, che li ha accolti in lacrime sull'uscio di casa, approfittando del sonno profondo del suo compagno, messosi a dormire tranquillamente in camera da letto come se nulla fosse accaduto.

I militari hanno raccolto le dichiarazioni della vittima, che ha raccontato l'orrore subìto, così come già accaduto in passato quando aveva sporto querela nei confronti dell'uomo per fatti analoghi, aggiungendo che questa volta aveva temuto seriamente per la propria vita e per quella del proprio bambino perché la violenza dell'uomo era stata particolarmente feroce e determinata a vincere a tutti costi la sua resistenza a sottomettersi all'atto sessuale.

Il compagno è stato quindi bloccato in camera da letto e condotto in stato di arresto presso il carcere di Pontedecimo a disposizione dell'autorità giudiziaria competente. La ragazza è stata invece visitata presso il pronto soccorso dell'ospedale Villa Scassi dove le sono stati riscontrati diversi traumi contusivi ed ecchimosi al collo (dovute all'atto dello strangolamento) con prognosi di 15 giorni di cure, ma, per fortuna, il feto non ha riportato danni.

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