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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Sfruttava dipendenti per costruire un impero: maxi sequestro a un imprenditore, case anche a Camogli

L'uomo, 63 anni e residente in Svizzera, aveva un patrimonio immobiliare di circa 120 immobili per un valore di oltre 15 milioni di euro

Ci sono anche alcune case a Camogli nell’elenco degli immobili sequestrati nel corso dell’operazione a carico di un imprenditore 63enne accusato, oltre che di frode fiscali e riciclaggio, anche di sfruttamento del lavoro, in riferimento al cosiddetto ”caporalato" nel facchinaggio.

La Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano, su richiesta dei pm Bruna Albertini e Paolo Storari, ha disposto un maxi sequestro da 120 immobili dislocati tra le città e le province di Milano, Lodi, Brescia, Torino e Genova. In Liguria, l’imprenditore 63enne - impegnato nel campo della logistica e residente in Svizzera - aveva alcune case a Camogli. sequestri sono stati eseguiti dalla Guardia di finanza di Pavia.

Il valore totale del patrimonio immobiliare del 63enne supera, secondo le stime degli inquirenti, i 15 milioni di euro. L’uomo si trova già ai domiciliari, come si legge nel provvedimento della Sezione misure di prevenzione, presieduta da Fabio Roia, e tra le accuse che gli vengono mosse c’è quella di essere stato a capo, tra il 2012 e il 2018, di un «network di consorzi e cooperative», attraverso il quale avrebbe anche «reclutato manodopera in condizioni di sfruttamento», approfittando dello «stato di bisogno dei lavoratori, tenuti costantemente sotto la minaccia di perdere il lavoro». Operai che dovevano accettare condizioni diverse rispetto ai contratti collettivi nazionali su turni, ferie e gestione dei riposi.

Nelle oltre 100 pagine del decreto i giudici Rispoli-Cernuto-Pontani spiegano che all'indagine di Pavia è collegata l'amministrazione giudiziaria che venne disposta a maggio per Ceva Logistic Italia srl, ramo della multinazionale leader nel settore della logistica. Un commissariamento per «sfruttamento di manodopera», sempre per un caso di caporalato che aveva fatto scuola in Italia perché è stato il primo ad essersi concluso con una misura di questo genere da parte dell'autorità giudiziaria. 

Ceva, che a Stradella, nel pavese, ha la "Città del libro" - una sorta di hub logistico per la distribuzione di materiale editoriale - era proprio «una delle clienti del sistema messo in piedi dall’imprenditore, e impiegava nella "Città del libro" «manodopera fornita dalla sua azienda».

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