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Cronaca

Costa Concordia: Genova sfida la Turchia low cost

Entro il mese di settembre 2014 il relitto della Concordia va rimosso dall'isola del Giglio. Dove verrà portato lo si saprà con certezza ai primi di magggio. Le opzioni al momento sono due: Genova o la Turchia

Entro il mese di settembre 2014 il relitto della Concordia va rimosso dall'isola del Giglio. Dove verrà portato lo si saprà con certezza ai primi di maggio. I costi dello smaltimento sono a carico di privati e assicurazioni e quindi toccherà a loro prendere la decisione definitiva.

Contrariamente a quanto si poteva pensare ci sono buone possibilità che il relitto venga smaltito in Turchia e non in uno dei porti nostrani. La ragione riguarda proprio i costi. «Allo stato le opzioni sono due, una italiana e una turca. Ovviamente la soluzione turca presuppone l'utilizzo del vanguard (la mega-chiatta sulla quale andrebbe caricata la nave da crociera) e quella italiana presuppone l'utilizzo del traino. Questa diversa soluzione implica tutta una serie di accorgimenti tecnici che il consorzio che sta realizzando lo spostamento della nave ha bisogno di conoscere. Un conto è il trasferimento con il vanguard, un conto quello con il traino. Noi ci aspettiamo non solo l'indicazione di una soluzione, ma una corposa documentazione che ci illustri i rischi e le problematiche legate alla soluzione turca e a quella italiana» spiega il prefetto che ha parlato in audizione alla commissione Ambiente della Camera.

La soluzione italiana di cui si parla si riferisce a Genova. Il preventivo di Civitavecchia sarebbe fuori mercato mentre Piombino non dispone del ponte mobile necessario per le operazioni. Il dubbio riguarda gli eventuali rischi ambientali di un traino fino nel capoluogo ligure.

Sulla questione è intervenuto anche il sindaco di Genova Marco Doria. «Ritengo che la decisione per la demolizione della Concordia debba essere assunta presto e in modo ragionato. Condivido quanto affermato dal ministro Galletti: dalla tragedia avvenuta nei nostri mari con vittime e danni ambientali deve derivare un risarcimento in termini di lavoro per l’Italia. Dal punto di vista ambientale la soluzione di Genova è assolutamente adeguata e la città, il suo porto e le sue aziende sono pronte a svolgere nel modo migliore il lavoro di demolizione».

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