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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Bolzaneto

Lo rapina minacciandolo con un coltello, poi lo contatta: "Se rivuoi lo smartphone, devi pagare"

Due persone sono state arrestate: il rapinatore e la sua aiutante che dopo il colpo avevano ricontattato la vittima per chiederle denaro in cambio dello smartphone rubato. Ma all'appuntamento si sono presentati anche i carabinieri

Prima lo ha rapinato dello smartphone, minacciandolo con un coltello. Poi, qualche ora dopo, lo ha ricontattato chiedendo una somma di denaro per riavere indietro il telefonino che custodiva dati importanti e ricordi. 

È successo domenica 21 gennaio: in mattinata un 23enne ha denunciato ai carabinieri di Montoggio di essere stato rapinato nella notte a Sampierdarena. Nello specifico, era stato avvicinato da uno sconosciuto che, dopo averlo minacciato con un coltello, si era fatto consegnare il denaro in suo possesso (circa 80 euro) e lo smartphone. 

Dopo poche ore, nel pomeriggio, la madre del 23enne ha ricevuto una telefonata: era il rapinatore che chiamava dal telefonino del figlio, dopo aver cercato in rubrica il contatto di un parente. "Se mi dai 230 euro - ha detto - ti riporto lo smartphone rubato". Un'estorsione in piena regola, con il metodo del cosiddetto 'cavallo di ritorno'. Il ragazzo ha fatto finta di accettare, fissando un incontro nei pressi del casello di Bolzaneto, ma ha poi subito chiamato i carabinieri per accordarsi con loro.

Sul luogo dell'appuntamento, all'orario stabilito, è arrivata una donna, facendosi accompagnare da un taxi, che ha riconsegnato il cellulare alla vittima dopo aver ricevuto il denaro richiesto. A quel punto però sono intervenuti i carabinieri che l'hanno immediatamente bloccata, recuperando anche i 230 euro e restituendoli al ragazzo. Le ricerche dei militari hanno poi permesso di rintracciare il compagno della donna - colui che aveva rapinato il 23enne - che era rimasto a casa.

I due malfattori - un 34enne marocchino e una 32enne italiana - sono stati arrestati per rapina ed estorsione e sono stati portati in carcere a Marassi e Pontedecimo in attesa della convalida dell'autorità giudiziaria, fatta salva la presunzione di innocenza.

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