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Cronaca

Torna l'alga "tossica" nel mar Ligure: i consigli di Arpal

Il campionamento effettuato il 19 luglio ha evidenziato una massiccia presenza di Ostreopsis Ovata in alcune insenature della costa tra Arenzano e Savona. I valori sono già calati, ma è bene prestare attenzione

Pare rientrato l’allarme sul ritorno della cosiddetta “alga tossica” individuata in alcuni punti della costa tra Savona e Arenzano: l’ultimo rilievo effettuato da Arpal sulla presenza della “Ostreopsis Ovata”, un organismo unicellulare tipico delle acque tropicali, ha accertato che gli iniziali alti valori si sono drasticamente abbassati scivolando sotto la soglia di attenzione.

«Il campionamento effettuato il 19 luglio aveva evidenziato la presenza di quasi 69mila cellule per litro d’acqua, un dato inizialmente preoccupante ma in linea con le fioriture “esplosive” che caratterizzano il periodo di riproduzione di questa alga - spiega a Genova Today Federico Grasso di Arpal - Il campione prelevato pochi giorni dopo, il 23 luglio, ha evidenziato che la conta delle cellule per litro era scesa a poco già di 5mila».

Le zone in cui l’alga è stata individuata sono piccole insenature e calette rocciose dove l’acqua solitamente ristagna: è qui che l’organismo prolifera, e in certi casi rilascia la palitossina che può causare l’intossicazione. Che solitamente si manifesta con i sintomi del raffreddore - naso tappato, difficoltà respiratorie - o del colpo di caldo, nei casi più gravi degenerando in una febbre che nel giro di poche ore, interrotta l’esposizione, sparisce.

«L’alga non vive su fondali sabbiosi, ma si sviluppa attaccata a scogli e pietre o ad altre alghe più grandi - prosegue Grasso - In particolari condizioni inizia a fiorire, e nell’acqua compare una specie di mucillagine che ne dimostra la presenza. In alcune zone invece si può percepire l’acqua più calda, effetto quasi scontato tenuto conto che si tratta di acqua stagnante. La fioritura solitamente avviene in maniera improvvisa e molto estesa, e “crolla” dopo breve tempo da sola, tornando a valori normali».  

Il precedente nel 2005

Il caso più grave di intossicazione da Ostreopsis Ovata in Liguria si è registrato nel 2005, quando l’alga fiorì in una zona compresa tra corso Italia e Nervi: quasi 500 le persone che si rivolsero agli ospedali cittadini con i sintomi da intossicazione, in alcuni casi senza neppure avere fatto il bagno, ma semplicemente per avere passeggiato in corso Italia. 

Da allora i controlli di Arpal sono stati potenziati, senza registrare picchi di dimensioni così preoccupanti: «Ai tempi scattò il divieto di balneazione, ma semplicemente perché non era ancora chiaro il fenomeno - conferma Grasso - Questa volta l’alga è stata individuata in alcuni punti della costa di Cogoleto, Varazze, Celle Ligure, Albissola Marina e Albisola Superiore, ma non è stato istituito alcun divieto. Contrariamente a quanto accade nei paesi tropicali, dove le intossicazioni sono molto più frequenti e violente, qui da noi l’alga non sempre rilascia la tossina».

Come individuare ed evitare l'alga

Ancora non è chiaro che cosa causi il rilascio: la Ostreopsis Ovata è a oggi studiata a livello internazionale da esperti in biologia marina che non hanno ancora individuato il fattore scatenante, anche se si ipotizza che avvenga in condizioni di stress come, appunto, il periodo di riproduzione. Ma mantenendo un minimo livello di attenzione, concludono da Arpal, l’alga si può individuare a occhio nudo, evitando così il tratto a rischio: «Se si notano zone in cui l’acqua appare viscida, torbida e poco pulita, meglio evitare di fare il bagno»

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