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Venerdì, 26 Aprile 2024
Coronavirus

Coronavirus, l'annuncio dell'assessore Viale: «Pronti a una banca regionale del plasma iperimmune»

Si aspetta che vengano identificati i protocolli a livello nazionale con i risultati scientifici

«Siamo pronti per la nascita della banca regionale del plasma iperimmune». Lo ha annunciato giovedì sera l'assessore alla sanità Sonia Viale, durante la consueta conferenza stampa in Regione.

Uno strumento che potrebbe essere utile per la lotta al coronavirus, come da sperimentazione avviata in Lombardia: «La somministrazione è sotto la valutazione degli scienziati rispetto alla capacità di trattare le persone affette da coronavirus - spiega Viale ci sono alcuni segnali positivi rispetto alla reazione da parte dei pazienti e quindi ritengo che anche Regione Liguria debba trovarsi pronta nel momento in cui si dovrà fare ricorso all’utilizzo del plasma».

«Questo non significa che da domani mattina cureremo le persone con il plasma - ha specificato l'assessore - ma che ci prepariamo per una banca del plasma, in modo da essere pronti nel momento in cui i protocolli potranno essere avviati».

Per il trattamento del plasma sono necessari alcuni macchinari specifici: «In Liguria al momento l'unico macchinario è al San Paolo di Savona, ma la ditta si è detta disponibile a darlo in prova anche al San Martino». 

Sul portale “Donailsangue”, il Ministero della Salute sottolinea che questo tipo di trattamento «non è da considerarsi al momento ancora consolidato», data l’assenza di evidenze scientifiche sulla sua efficacia e sicurezza, che eventualmente arriveranno al termine dei test in corso.

Come funziona la terapia al plasma

«L'uso del plasma da convalescenti come terapia per il Covid-19 è attualmente oggetto di studio in diversi Paesi del mondo, Italia compresa», spiega il Ministero della Salute in una scheda dedicata alla terapia a base di plasma iperimmune, pubblicata sul suo portale “Donailsangue”, dove sottolinea che questo tipo di trattamento «non è da considerarsi al momento ancora consolidato», data l’assenza di evidenze scientifiche sulla sua efficacia e sicurezza, che eventualmente potranno essere fornite dai risultati dei protocolli sperimentali in corso». 

«La terapia con plasma da convalescenti prevede il prelievo del plasma da persone guarite dal Covid-19 e la sua successiva somministrazione (dopo una serie di test di laboratorio, anche per quantizzare i livelli di anticorpi “neutralizzanti”, e procedure volte a garantirne il più elevato livello di sicurezza per il ricevente) a pazienti affetti da COVID-19 come mezzo per trasferire questi anticorpi anti-SARS-Cov-2, sviluppati dai pazienti guariti, a quelli con infezione in atto», si legge sul sito del Ministero. 

«Gli anticorpi (immunoglobuline) sono proteine coinvolte nella risposta immunitaria che vengono prodotte dai linfociti B in risposta ad una infezione e ‘aiutano’ il paziente a combattere l’agente patogeno (ad esempio un virus) andandosi a legare ad esso e “neutralizzandolo”. Tale meccanismo d’azione si pensa possa essere efficace nei confronti del SARS-COV-2, favorendo il miglioramento delle condizioni cliniche e la guarigione dei pazienti».

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