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'Positivi fantasma' e caos tamponi, le testimonianze dei lettori

Il presidente della Regione Toti: "Stiamo lavorando per varare un’ordinanza che preveda, a partire da venerdì 7 gennaio, l’utilizzo dei test antigenici rapidi nella gestione dei positivi al covid"

"Stiamo lavorando per varare un’ordinanza che preveda, a partire da venerdì 7 gennaio, l’utilizzo dei test antigenici rapidi nella gestione dei positivi al covid". L'annuncio è arrivato dal presidente di Regione Liguria Giovanni Toti dopo il caos tamponi scoppiato negli ultimi giorni con tanti liguri 'prigionieri' del covid a causa delle norme attuali che non consentirebbero di certificare la positività con un test rapido, ma solo con un tampone molecolare.

Molti lettori e cittadini hanno denunciato tempistiche troppo lunghe e difficoltà a mettersi in contatto con la Asl per il tampone molecolare a causa delle linee sempre intasate, problema che creerebbe problemi anche nel vedersi poi riconoscere il certificato di guarigione che dà diritto al green pass rafforzato senza effettuare la terza dose booster avendo già molti anticorpi dopo la malattia. 

“Nel confronto costante con il governo - spiega ancora Toti - come Regioni abbiamo già sollevato il problema legato alla difficoltà di gestione dei positivi e di tracciamento dei loro contatti stretti. L’obiettivo della misura che andremo ad adottare e di cui stiamo mettendo a punto i dettagli è migliorare questa situazione, alleggerendo anche la pressione a cui sono sottoposti i Dipartimenti di Igiene e i centri per i tamponi molecolari delle nostre Asl".

In attesa di chiarimenti sulle regole continuano ad arrivare segnalazioni alla nostra redazione. Un negoziante del centro di Genova, Giuseppe, spiega a Genova Today:  "Siamo in tanti in questa situazione di 'positivi fantasma'. All'ennesimo tampone acquistato in farmacia ho riscontrato la positività, chiedo di fare un test rapido ma mi viene detto che ci sarebbe stato da aspettare, di farne uno di quelli 'fai da te' che avrebbe avuto la stessa efficacia. Il nuovo test ha confermato la positività al covid, ho avvertito il mio medico, che a sua volta ha contattato la Asl. Il resto è storia nota, non ho visto e nemmeno sentito nessuno e io ora rischio di negativizzarmi senza avere diritto al green pass e senza poter fare a breve la terza dose di vaccino".

Tra le storie che avevamo raccontato ieri quella di Chiara di Boccadasse: "Il 28 dicembre - aveva spiegato - ho accusato alcuni sintomi e ho effettuato un test rapido che avevo in casa, essendo risultata positiva al covid mi sono messa in quarantena. Sono vaccinata con due dosi e ho sempre creduto nell'importanza del vaccino: ho segnalato il mio caso al medico che a sua volta ha aperto la mia posizione alla Asl. L'iter prevede che vengano a casa a fare un molecolare che confermi la malattia per poi seguirne il decorso, ma nessuno mi ha mai chiamato o visto. Ho provato a telefonare diverse volte ma le linee risultano sempre intasate e non si riesce a parlare con nessuno. Un paio di giorni dopo si è positivizzata anche mia figlia di 13 anni, anche lei vaccinata con due dosi. A breve servirà il super green pass per salire anche sul bus e sia io, che avevo anche già prenotato la terza dose, che mia figlia rischiamo di non averlo perché potremmo non risultare tra i positivi non avendo fatto il tampone della Asl ed essere così esentati dal booster. Spero che i protocolli vengano modificati perché sarebbe secondo me assurdo fare la terza dose soprattutto a una ragazzina di 13 anni che ha già preso le due dosi e contratto anche la malattia".

E poi Moreno: "Si tratta di un problema che riguarda tanti liguri. Chi si positivizza e lo riscontra tramite tampone rapido in farmacia, aspetta tempi biblici per il molecolare (che dovrebbe confermare la positività) e nel tempo che arriva la Asl le persone si negativizzano. Risultato? Chi era positivo non risulta sia stato positivo. E la conseguenza è che queste persone rimarranno scoperte con green pass e super green pass, anche se dovrebbero averlo senza fare la terza dose".

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