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Costume e società

Chi era Gianni Calcagno, l’alpinista genovese a cui è dedicata la mostra a Palazzo Ducale

Non solo Genova sua città natale, le prime salite a Finale Ligure, ma anche le varie spedizioni nel mondo (Scozia, Perù, Colombia, Cina, Africa, India, Pakistan), compresi i cinque ottomila scalati

Una passione irrefrenabile per le montagne, che lo portava a partire di notte, senza dormire, da Genova per poter trascorrere il weekend sulle cime innevate. Una carriera alpinistica che parte dalle Alpi Marittime per andare a raggiungere gli ottomila metri. Gianni Calcagno non era alpinista professionista, ma alle salite ha dedicato la sua vita, nel vero senso della parola – morì nel 1992, insieme a Roberto Piombo, proprio durante la salita della via Cassin Sul Denali, in Alaska.

Gianni Calcagno è nato il 6 marzo 1943 a Genova. Fu uno dei primi scopritori delle Rocce di Finale e con le sue esplorazioni diede un contributo importante alla scoperta di nuove vie. Si avvicinò alla montagna e al mondo dell’alpinismo fin dall’infanzia, probabilmente anche grazie alla visione del film “Italia K2” uscito proprio in quegli anni e, non appena giunse al diciottesimo anno d’età, si iscrisse al CAI (Club Alpino Italiano). È famoso per aver effettuato numerose prima salite estreme, come ad esempio il tentativo quasi riuscito di prima invernale al Monte Bianco.

La sua prima salita fu nel 1963, sulle Alpi Marittime, insieme ai due fratelli Eugenio e Gian Luigi Vaccari. L’anno successivo tracciò già una nuova via sulla ovest della Punta Mafalda. Dopo aver esplorato Liguria e Piemonte, i suoi orizzonti si allargarono, puntando prima alla Grigna e poi al Monte Bianco, per cui era disposto a percorrere ore e ore di auto in un solo weekend. Il 2 gennaio del 1968 fu la volta di una delle sue ascensioni più importanti: in cordata con Alessandro Gogna – suo fedele compagno di vetta – e insieme a Camille Bournissen, Paolo Armando, Daniel Troillet e Michel Darbellay, effettuò la prima invernale della via Cassin, alla nord-est del Pizzo Badile. 

Nel 1975, senza bombole e senza portatori d’alta quota, raggiunge i 7700 metri della vetta pakistana del Tirich Mir, per poi proseguire negli anni successivi con il Broad Peak, il Gasherbrum I e II, il K2 e nel 1987, il Nanga Parbat. Passò alle Ande, poi al Nord America, per giungere alla sua ultima salita sul Denali, il 16 maggio del 1992, dove la montagna prese lui e il suo amico Roberto Piombo per sempre.

A trent’anni dalla sua scomparsa, Genova ha deciso di dedicare a Calcagno un’intera mostra fotografica, "Salendo dal mare". È stata inaugurata venerdì 20 gennaio 2023 a Palazzo Ducale, in Sala Liguria, e sarà visitabile tutti i giorni, dalle 10 alle 19, fino al 19 febbraio. Organizzata in collaborazione con il Cai sezione ligure Genova, l’esposizione è stata curata dalla figlia Camilla Calcagno, con il contributo del Comune di Genova. 

"Per Genova e i genovesi Gianni Calcagno è un simbolo dell’amore per la montagna, di imprese storiche che moltissimi appassionati dell’alta quota e non solo hanno seguito per anni attraverso i reportage di Calcagno stesso – commenta l’assessore agli Impianti ed Attività Sportive Alessandra Bianchi – siamo grati a Gianni Calcagno per averci trasmesso la passione per la montagna, per lo sport a contatto con la natura, un messaggio più che mai attuale e su cui come amministrazione comunale stiamo lavorando anche nell’ottica della promozione della nostra città, dal mare ai monti".

Attraverso una selezione di fotografie scelte tra un archivio di oltre 17mila, l’esposizione ripercorre tutta la vita di Gianni Calcagno: Genova sua città natale, le prime salite negli anni Sessanta, le pionieristiche arrampicate a Finale Ligure, le montagne italiane (Marittime, Monte Bianco, Dolomiti, Apuane) e inoltre le varie spedizioni (Scozia, Perù, Colombia, Cina, Africa, India, Pakistan), compresi i cinque ottomila scalati.

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