Scarella: la perfezione dell'imperfetto
Giovedì 12 luglio alle 18.30 presso Spazio46 di Palazzo Ducale a Genova sarà inaugurata la mostra “Scarella, la perfezione dell’imperfetto” a cura di Stefano Bigazzi organizzata da ART Commission Events.
Luciano Bianchi – in arte Scarella – ha lasciato di sé, nella sua lunga vita (Imperia 1922-2017) molti quadri, moltissimo colore e pochissime parole. Nell’ampia stanza in cui, per oltre quattro decenni, questo operaio dell’arte ha dato forma alle sensazioni che provava, al gusto della natura e dei pensieri profondi, ha lasciato nel 2011, la data in cui dichiara la “fine della mia avventura tra i colori”, una sorta di testamento artistico. Poche parole, è chiaro: “Pittura testardamente comunicante. O cercato sempre la perfezione dell’imperfetto. Semplificare per non perdere tempo e distrarsi inutilmente”.
Un artista che aveva molto da comunicare, ma che ha scelto volutamente di stare in disparte, nella sua casa imperiese, fuori dai circoli pittorici, appartato dalle tante sollecitazioni a partecipare se non rarissimamente a mostre ed eventi. Ecco perché la mostra a Spazio46 di Palazzo Ducale è, di per sé, una scoperta.
Scrive Stefano Bigazzi: «Se da un lato in taluni lavori i colori scuri hanno richiamato alla considerazione del pubblico tra gli altri Rothko (è del resto una pittura, questa di Scarella, in cui non mancano le citazioni), si trova nella complessità della tavolozza uno degli aspetti più interessanti della sua arte. La scelta ardita delle sovrapposizioni di colori, i contrasti luminosi (così controcorrente, e niente alla moda) offrono alla visione un insospettato retroterra culturale per esempio vicino all'evoluzione del divisionismo, alla modernità prorompente di autori come Plinio Lomellini, Giuseppe Cominetti, Rubaldo Merello ma anche Gaetano Previati. Di questa via ligure (che guarda con interesse alle esperienze tra la fine del XIX secolo e la prima metà del XX in Lombardia e Piemonte) Scarella è pertanto custode, osservatore, allievo tributario, senza però accettare compromessi formali, derubricando ritratto e paesaggio dal repertorio, mantenendo nella scelta emotiva del dipingere le emozioni di quella pittura (che è paesaggistica e figurativa), cogliendone i vibranti stravolgimenti del colore e ricomponendoli in questa sua compulsiva esternazione dei sentimenti e del pensiero sulla tela. In completa solitudine. Scarella trasferisce il mondo esterno circostante nello studio, non espone, non cerca riscontri critici né di pubblico. Fa i conti con se stesso per essere poi chiamato a rendere conto di ciò che ha prodotto in un consesso di estimatori piccolo ma nel quale il giudizio positivo è sincero».
L’esposizione, che si configura come una mostra-mercato e rimarrà allestita fino al 18 agosto, si propone di dare ampia visibilità al vasto repertorio di opere prodotte da Scarella. Per questo motivo ogni settimana, la mostra verrà aggiornata con una nuova selezione di dipinti.