"Il Lago dei Cigni": il balletto del Teatro Astana Opera al Carlo Felice
Dall'11 al 13 gennaio 2019 al Carlo Felice arriva "Il lago dei cigni", portato in scena dal Teatro Astana Opera in una nuova versione coreografica a cura di Marius Petipa e Lev Ivanov.
l capolavoro del balletto classico – “Il lago dei cigni” è stato composto da ?ajkovskij nel 1875 su commissione della Direzione dei Teatri Imperiali di Mosca. “Il lago dei cigni” trae soggetto dalla favolistica popolare sulle fanciulle trasformate in cigno da un malefico sortilegio. Il principe Siegfried appare come salvatore di Odette, ma il suo tradimento, deciso dal fato, diventa una tragica colpa. Al ballo nel castello arriva Odile, incredibilmente somigliante a Odette, ma ammaliante e perfida, a differenza da vera Odette, dolce e timida. Anche tradendo il suo giuramento, Siegfried, in realtà, rimaneva fedele a Odette. Tuttavia, resosi conto dell’errore commesso il Principe ribadisce il suo amore, lottando contro il genio del male Rothbart.
"Il lago dei cigni" non è semplicemente un balletto classico: è il balletto classico per antonomasia. Incompreso al debutto (Teatro Bolshoi, 1877), è diventato, col tempo, l’emblema della danza sulle punte in tutù bianco. Al punto che la donna-cigno, con i suoi movimenti eleganti, flessuosi ed eterei è ormai l’icona stessa della ballerina classica.
Le origini della vicenda risalgono ad antichi racconti popolari russi e tedeschi incentrati sul mito della donna-animale, un genere molto amato nel romanticismo; e l’intreccio è ricco di risvolti psicoanalitici ancora attuali, come il conflitto tra Odette e Odile, il cigno bianco e il cigno nero, due metà della stessa figura “doppia”. ?ajkovskij, uomo lacerato, non meno della principessa protagonista, nella musica del Lago mise tutto se stesso, trasfigurando in note i propri tormenti interiori, a cominciare dal famoso Leitmotiv, pieno di pathos, tragico e fatale.
Il Balletto del Teatro Astana Opera, nel proporre Il lago dei cigni al Teatro Carlo Felice, ha scelto la versione di Marius Petipa e Lev Ivanov del 1895, rivisitata da Altynai Asylmuratova: tra le tante che si sono succedute dall’800 a oggi, quella storicamente più importante, nonché la più durevole.