Speciali appuntamenti all'Acquario di Genova in occasione della Giornata della Fauna Selvatica
In occasione del World Wildlife Day, sabato 4 e domenica 5 marzo l’Acquario di Genova offre ai propri visitatori il mini tour guidato “Insieme per la tutela della fauna selvatica”. Una visita di circa 40 minuti in compagnia di un biologo per scoprire i progetti di collaborazione della struttura con enti e istituzioni per la conservazione e la tutela di specie: dal coordinamento di 50 enti nel Mediterraneo per l’attività di ricerca sui Cetacei in natura al progetto dedicato alla salvaguardia dei coralli tropicali attraverso il MaRHE Center ospitato dalla struttura in collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca, dal progetto di conservazione della testuggine palustre Emys orbicularis ingauna all’attività di recupero e accoglienza di animali abbandonati, sequestrati o in difficoltà condotta in collaborazione con il nucleo Cites dei Carabinieri e la Guardia Costiera.
Gli appuntamenti si svolgono nelle giornate di sabato 4 e domenica 5 marzo con partenza alle ore 16 e alle ore 17 dal piano superiore del Padiglione Cetacei. Sono compresi nel biglietto di ingresso e non necessitano di prenotazione. Ogni visita è rivolta a un massimo di 20 partecipanti.
L’iniziativa rientra nell’ambito del più ampio programma ideato da 14 tra zoo e acquari d’Italia in occasione della Giornata Mondiale della fauna selvatica: Acquario di Cattolica, Acquario di Genova, Bioparco di Roma, Bioparco di Sicilia, Giardino Zoologico di Pistoia, Parco Le Cornelle, Parco Faunistico Cappeller, Parco Natura Viva, Parco Oltremare Family Experience Park, Parco Valcorba, Parco Zoo Falconara, Parco Zoo Punta Verde, Zoo delle Maitine, ZOOM Torino.
Un’occasione per fare il punto sui numeri e i risultati ottenuti in più di un decennio di conservazione delle specie a rischio di estinzione. L’ibis eremita, il tritone sardo e lo storione dell’Adriatico. Ma anche l’avvoltoio grifone e la testuggine palustre. Tutte specie che l’Europa avrebbe visto estinguersi, se non fossero intervenuti i parchi zoologici e gli acquari italiani con i ripopolamenti in natura di esemplari nati in ambiente controllato. Un ruolo decisivo, che quattordici strutture italiane rivendicano in un’unica voce in previsione del World Wildlife Day, indetto dall’ONU per il 3 marzo. E che sintetizzano in “Dieci storie di successo”, una pubblicazione illustrata open access disponibile a questo link che narra 10 storie di specie animali tornate a ripopolare i propri habitat naturali. Il volumetto è stato curato dal gruppo Eduzoo, gruppo degli educatori dell’Unione Italiana Giardini Zoologici e Acquari (UIZA), con la prefazione di Francesco Petretti, biologo e divulgatore scientifico e la postfazione di Gloria Svampa, presidente UIZA.
Dal Friuli-Venezia Giulia alla Sicilia e dalla Campania al Piemonte, dal 2008 a oggi gli zoo e gli acquari impegnati nell’iniziativa congiunta hanno contato il rilascio di oltre 4000 esemplari appartenenti a specie animali sull’orlo della scomparsa. È il caso della Emys orbicularis, unica di testuggine endemica europea, che in un decennio, solo in Liguria ha contato il rilascio di oltre 150 esemplari in aree naturali ripristinate. Trenta tritoni sardi, uno dei piu? rari e minacciati anfibi europei, che ora ripopola la provincia di Cagliari. Duecentoquaranta ibis eremita, protagonisti di un progetto visionario in cui l’uomo vola insieme agli uccelli ormai estinti in Europa, per mostrare loro la rotta migratoria che li conduce in Toscana.
Oltre 2.000 storioni dell’Adriatico, che sopravvivono oggi solo in Italia a dispetto di un areale che comprendeva un tempo tutti i Paesi del Mediterraneo e la nascita di almeno il doppio di essi grazie al progetto di riproduzione. Un numero di grifoni che da poche decine avvistate in Sardegna e in Friuli-Venezia Giulia, supera oggi le due e le tre centinaia in ciascuno dei due siti. Un bilancio tutto tricolore, che tuttavia non tiene conto degli sforzi profusi oltreconfine. Quelli che hanno visto il ritorno del bisonte europeo in Romania, dell’orice dalle corna a sciabola in Tunisia, che proteggono gli ultimi leontopitechi testanera in Brasile e i lemuri del bambù in Madagascar.