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Domenica, 28 Aprile 2024
Economia

Liguria ultima in Italia per consumi da fonti rinnovabili

È quanto emerso nel corso della presentazione del position paper sulla transizione ecologica di Confindustria Genova

Il piano energetico regionale ambientale (Pear) 2014-2020 mirava al raggiungimento al 2020 del target del 14,1% di consumo finale lordo da fonti rinnovabili, fissato per la nostra Regione dal cosiddetto decreto 'Burden Sharing'. I dati forniti dal gestore dei servizi energetici (Gse) attestano che la Liguria è una delle tre regioni italiane, insieme a Lazio e Sicilia, a non aver raggiunto gli obiettivi, risultando, con il 7,9%, ultima in Italia per consumi da fonti rinnovabili.

È quanto emerso nel corso della presentazione del position paper sulla transizione ecologica di Confindustria Genova, che a inizio 2022 ha costituito un gruppo di lavoro per fornire a Regione Liguria una serie di indicazioni e di proposte utili alla predisposizione del nuovo Pear. Al tavolo hanno partecipato rappresentanti delle associazioni territoriali della Spezia, Savona e Imperia, dei gruppi piccola industria e prodotti chimici ed energetico petroliferi (ChEnPe) di Confindustria Genova, e di imprese associate operanti nel settore energetico (Agn Energia, Algowatt, Ansaldo Green Tech, Attilio Carmagnani “AC”, Axpo, Danieli Centro Combustioni, Duferco Energia, Enel, Erg, Gruppo Danieli, Iplom, Rina, Ruths, Sere).

"La diversificazione delle fonti di produzione - spiega Confindustria -, l'incremento della produzione nazionale e l'efficientamento dei consumi sono sempre più necessari. Fermo restando il principio di neutralità tecnologica (ovvero, non può essere penalizzata una tecnologia rispetto a un'altra), il vettore elettrico gioca un ruolo rilevante. Al fine di accelerare il processo di implementazione degli obiettivi del pacchetto Fit for 55, Confindustria nazionale ha sottolineato la centralità della produzione rinnovabile per ridurre i costi delle forniture elettriche, la necessità di superare gli ostacoli amministrativi che bloccano gli investimenti e l'urgenza di una riforma del mercato elettrico per renderlo coerente con la nuova struttura di produzione (decoupling)".

A livello locale assume particolare importanza una corretta e adeguata programmazione energetica, al fine di conseguire gli obiettivi che verranno definiti nel Pear 2021-2027, sfruttando anche le risorse messe a disposizione dal Pnrr. Il position paper sulla transizione energetica contiene indicazioni e proposte mirate a sviluppare le fonti rinnovabili, a partire dall'individuazione delle aree idonee passando per la semplificazione delle procedure autorizzative e la rivisitazione eventuale della pianificazione territoriale.

Strettamente correlato è il tema delle comunità energetiche rinnovabili (Cer) e dell'autoconsumo collettivo. Il Pnrr prevede che siano destinati 2,2 miliardi di euro per la creazione di Cer in Comuni sotto i cinquemila abitanti, con bandi che dovrebbero partire entro la fine di quest'anno. Nella nostra regione si contano ben 185 Comuni che soddisfano tale requisito e sui cui territori la costituzione di una Cer potrebbe beneficiare di tali finanziamenti.

A tutto ciò si aggiunge l'efficientamento energetico, sia per quanto attiene alla riqualificazione energetica degli edifici (circa il 40% degli immobili in Liguria, per i quali è stato presentato l'attestato di prestazione energetica nel 2019 e nel 2020, ricade in classe G), sia nell'ambito dei processi produttivi.

Nel position paper trova anche spazio un approfondimento dedicato alle prospettive di breve termine per l'impiego a livello regionale di idrogeno, con alcuni specifici riferimenti al settore industriale e della raffinazione petrolifera, all'ambito portuale e all'impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti indifferenziati, mediante un approccio 'waste to chemical', come previsto nel piano regionale di gestione dei rifiuti e delle bonifiche 2021-2026 approvato il 22 luglio scorso.

Per perseguire il principio della 'neutralità tecnologica', infine, devono essere create le condizioni per sfruttare ogni opportunità che vada in tal senso. A tal fine occorre tutelare e sostenere il processo di transizione ecologica nel comparto del trasporto, stoccaggio e lavorazione dei prodotti chimici ed energetico-petroliferi, che dovrà procedere per fasi: nel breve termine, attraverso il progressivo incremento dei componenti rinnovabili nei fuels e, nel lungo termine, sostituendo nella composizione materie prime fossili con materie prime rinnovabili e a basso contenuto di carbonio (biomasse e rifiuti), idrogeno e CO2, rendendo così disponibili combustibili 'carbon neutral'.

Umberto Risso, Presidente Confindustria Genova, ha dichiarato:

"La definizione del nuovo Pear richiede la più ampia condivisione e coinvolgimento degli stakeholders. Solo da un dialogo costante e proattivo e da una collaborazione fattiva possono infatti nascere soluzioni concrete e realizzabili per traguardare gli obiettivi della transizione energetica. Riteniamo pertanto utile e opportuna la costituzione di un tavolo permanente di confronto tra Regione, Ire, enti locali, associazioni di categoria, imprese, Università e Centri di ricerca, sulla falsariga di quanto la Regione stessa ha già intrapreso sul tema specifico dell'idrogeno".

Vittoria Gozzi, responsabile gruppo di lavoro per la redazione del position paper sulla transizione energetica: "l'incremento della produzione da fotovoltaico può rappresentare una delle risposte più rapide alla necessità di accelerare la transizione verso le fonti rinnovabili. Da un'indagine condotta da Confindustria Genova, in collaborazione con le altre territoriali liguri, su 120 aziende locali potenzialmente interessate all'installazione di impianti fotovoltaici all'interno dei propri siti, emerge la possibilità di un incremento di produzione di energia elettrica fotovoltaica nella nostra regione nella misura del 27% rispetto al risultato 2021, passando da una produzione annua di 122 GW/h a 155 GW/h".

"E potenzialità di sviluppo - conclude Gozzi - sembrano sussistere anche per l'eolico, come attesta un'analisi dei dati anemometrici desumibili dalle mappe dell'Atlante Eolico del Rse (Ricerca Sistema Energetico). Allo stesso tempo, un ruolo importante può giocarlo il repowering degli impianti esistenti, che non richiede l'utilizzo di suolo addizionale e che può contribuire in modo significativo, grazie alle nuove tecnologie, all'aumento della capacità produttiva, all'abbattimento delle emissioni di CO2 e alla riduzione del numero di aerogeneratori installati".

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