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Economia

Technisub annuncia la chiusura: 45 lavoratori a rischio

Azienda genovese fondata nel 1962, la produzione potrebbe essere spostata in Inghilterra

"I 45 lavoratori della Technisub, azienda genovese fondata nel 1962 e storico marchio di attrezzatture subacquee, controllata dalla francese Aqualung, attraverso una video conferenza con i vertici aziendali, hanno appreso che i cancelli della loro fabbrica chiuderanno definitivamente entro la fine dell'anno in corso". Lo ha annunciato in una nota la Fiom Cgil spiegando che la casa madre francese ha deciso di abbandonare il sito genovese e di trasferire la produzione di attrezzature per sport acquatici presso lo stabilimento inglese della controllata Apeks "con il solo scopo di aumentare i profitti".

"Decisione scellerata e inacettabile - attacca il sindacato - alla quale la rsu e la Fiom di Genova hanno risposto immediatamente con la dichiarazione dello stato di agitazione e 4 ore di sciopero al quale ha aderito la totalità dei lavoratori. La Fiom non accetterà mai la dismissione di una storica fabbrica della città: per l'ennesima volta rischiamo di perdere un importante sito produttivo e numerosi posti di lavoro. Parte una vertenza che dovrà vedere ancora una volta la città e i lavoratori metalmeccanici uniti a difesa di una sua eccellenza industriale".

Sul caso è intervenuta anche la Uilm: "Un'altra azienda intende lasciare il territorio genovese per portare la produzione altrove. Per la Uilm Genova - si legge in una nota - ciò che sta accadendo oggi alla Technisub Genova dimostra il lato peggiore dei fondi stranieri e delle  multinazionali che comprano, spremono, si appropriano delle competenze e, quando decidono di andarsene da un territorio, non si fanno scrupoli delle condizioni in cui lasciano i dipendenti e le loro famiglie".

"Technisub è un'eccellenza riconosciuta a livello mondiale, che ha scritto pagine importanti della storia del nostro territorio con le sue attrezzature per il nuoto e la pesca subacquea - spiega Luigi Pinasco, segretario generale Uilm Genova -. Comunicare con un video messaggio di pochi minuti la chiusura del sito genovese e il trasferimento di tutte le attività produttive presso l'impianto di Blackburn in Inghilterra è inaccettabile, è un comportamento che lede non solo la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, ma scalfisce l'importanza anche delle istituzioni liguri alle quali oggi chiediamo un interessamento concreto alla vicenda. Chiediamo alle istituzioni - conclude Pinasco - di intervenire per arrestare questo processo negativo sul versante industriale. Saremo al fianco dei lavoratori in questa difficile vertenza".

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