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Esselunga a San Teodoro, la "delibera lampo" scatena le proteste: giunta Bucci contro tutti

Associazioni di categoria, civ, Municipio e opposizioni protestano contro la decisione di accelerare la pratica per l'apertura di un nuovo centro commerciale a marchio del colosso milanese a due passi dai negozi di Sampierdarena

Si preannuncia un altro consiglio comunale “di fuoco”, quello di martedì 23 febbraio. Motivo del contendere, una delibera che la giunta del sindaco Marco Bucci è pronta a votare (e approvare) in Sala Rossa per consentire l’apertura di un secondo supermercato a marchio Esselunga dopo quello di Albaro, inaugurato a dicembre.

L’area prescelta è quella di San Benigno, tra il complesso residenziale delle Torri Faro e l’elicoidale: 3.200 metri quadri di centro commerciale con parcheggio sottostante che spaccano ancora più nettamente le forze politiche che amministrano la città suscitando le reazioni delle associazioni di categoria e del Municipio interessato, il Centro Ovest coordinato da Michele Colnaghi.

A far infuriare le opposizioni, le associazioni di categoria e anche i Civ - i centri integrati di via - sono le conseguenze che l’apertura di Esselunga avrebbe su un quartiere, quello di Sampierdarena, di forte tradizione commerciale, in cui i titolari di alimentari e botteghe lottano da ancora prima della pandemia di coronavirus per andare avanti nonostante le tante difficoltà: «Il Comune patrocina la campagna “compra sotto casa” e poi da il via libera alla più grande operazione di questo tipo in Liguria senza attendere il parere della Regione e il giudizio del Tar che arriverà il 17 marzo - ha detto  Andrea Dameri, direttore di Confesercenti, riferendosi al ricorso contro Esselunga presentato dal Civ Fronte del Porto - Il Comune sta costruendo la “collina” di San Benigno: da una parte ci sono Campi e la Fiumara, dall’altra Esselunga e Coop. In mezzo soffoca Sampierdarena».

Anche Pd e Movimento 5 Stelle si sono schierati compatti contro la delibera, puntando anche il dito su quelle che hanno definito “manovre” per aggirare il regolamento. Perché le grandi strutture di vendita, in quella zona, possono aprire, ma a oggi non erano contemplati i generi alimentari. E l’istanza presentata lo scorso gennaio da Esselunga Spa chiede proprio di includere anche i generi alimentari tra quelli di cui è concessa la vendita in grandi strutture. Generalmente sull’approvazione di varianti di questo genere è chiesto il parere del Municipio, ma questa volta l’assessore all’Urbanistica, Simonetta Cenci, ha chiarito che non si tratta di una variante ma di un aggiornamento, e che il parere del parlamentino, dunque, non è necessario.

Oggi la delibera sarà votata in consiglio comunale, dopo una commissione ad alta tensione in cui Movimento 5 Stelle e Pd si sono schierati compatti contro la giunta, puntando il dito anche contro l’assessore al Commercio, Paola Bordilli, assente: «La mia presenza, a differenza di altri auditi, non era richiesta, se non a discussione aperta da parte della sinistra - si è difesa Bordilli - in caso contrario avrei partecipato senza esitazione nel rispetto di tutti i commissari e degli auditi, pronta alla discussione e al confronto su proposte serie, provenienti da qualunque parte politica. Domani sarò, come sempre, presente in consiglio. Una cosa deve essere molto chiara: non accetto lezioncine da chi oggi, dai banchi di minoranza, fa il paladino dei piccoli commercianti».

«Noi chiediamo che non ci sia un metro in più di grande distribuzione a prescindere dal marchio - chiarisce il presidente di Municipio Colnaghi - non è un derby, si lotta per la sopravvivenza dei commercianti della zona, e voglio ricordare che il punto vendita sarà il più grosso di tutta la Liguria. Il commercio di Sampierdarena ne sarebbe schiacciato. E dire che il sindaco Bucci in campagna elettorale aveva diffuso un volantino in cui parlava di tutelare il piccolo commercio, valorizzando e favorendo lo sviluppo dei negozi di vicinato».

A Colnaghi fa eco il collega di Partito Luca Pirondini, capogruppo M5s a Tursi : «Uccidono con questo provvedimento un numero indefinito di negozi a gestione familiare tra Sampierdarena e San Teodoro - ha detto riferendosi alla giunta Bucci - Tutto questo scappando dal dibattito e dal confronto come solo chi ha la coscienza sporca fa. Una vergogna, una totale mancanza di rispetto per i commercianti genovesi che già devono convivere con tutti i problemi derivanti dalla pandemia. Il virus lì ha messi in ginocchio e il sindaco meraviglioso da loro il colpo di grazia. Scremate le chiacchiere e le supercazzole restano i fatti, che parlano chiaro».

Anche il Pd si è scagliato non solo contro la delibera, ma anche contro le modalità con cui viene presentata: «Per la prima volta nella storia della nostra città, una pratica urbanistica di grande rilevanza, che consentirà l'insediamento di un nuovo supermercato di 3.200 mq a San Benigno, viene esaminata dalla commissione consiliare il lunedì e dopo meno di 24 ore andrà in consiglio Comunale - commentano dal gruppo consiliare dem a Tursi - Il tutto senza aver potuto ascoltare l'assessore al Commercio, assente per altro impegno, né l’assessore alla mobilità e Autorità di Sistema portuale sull’impatto sul traffico urbano e portuale. Il tutto senza spiegare le ragioni di tanta fretta, e senza rispondere ai quesiti posti dai consiglieri comunali e dai numerosi auditi. La ragione è evidente. L’insediamento del nuovo supermercato è già stato deciso altrove dal sindaco Bucci e dal presidente Toti. E il consiglio Comunale si limiterà a ratificare quell’accordo, senza neppure avere il tempo di approfondire la pratica e le sue conseguenze sul commercio e sulla mobilità di Sampierdarena e San Teodoro. Noi non ci stiamo, e domani daremo battaglia in aula».

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