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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Rebora di Music for Peace respinto dall'Egitto durante trasporto aiuti umanitari a Gaza

Il presidente dell'Ong non ha potuto entrare in Egitto ed è rimasto diverse ore recluso in una stanza dell'aeroporto del Cairo, problemi che sembrano trascinarsi da anni secondo il racconto dell'associazione

Stefano Rebora, presidente e fondatore dell'ong umanitaria Music for Peace, è stato respinto dalle autorità egiziane al Cairo durante una missione per monitorare la consegna di un carico di aiuti, soprattutto medicine, destinato alla Striscia di Gaza. Rebora è stato fermato in aeroporto intorno alle ore 16 di martedì 26 marzo 2024 dalla Guardia Nazionale e, nel giro di un'ora, si è ritrovato in una delle 'stanzette' in cui vengono chiuse e recluse le persone su cui sono necessari accertamenti, privo di effetti personali, tra cui il cellulare, fondamentale strumento di comunicazione in queste situazioni. Il presidente di Music For Peace ha spiegato all'agenzia Dire di essere poi stato riportato nella hall degli arrivi solo grazie all'intervento di alcuni parlamentari che era riuscito a contattare via WhatsApp nei primi momenti dopo il fermo, è stato espulso e rimpatriato su un aereo per l'Italia, ufficialmente per 'gravi motivi di sicurezza'. 

I precedenti tra 2014 e 2018

Music for Peace, sui social, ha ripercorso le tappe degli ultimi anni per spiegare i motivi della situazione attuale. I primi problemi sembrano essere sorti nel 2014 dopo l'inizio di intensi bombardamenti sulla Striscia di Gaza, che hanno costretto la squadra dell'associazione in missione a tornare indietro. Dopo il passaggio dal lato palestinese il gruppo viene fermato dal lato egiziano e rimane fermo per ore in attesa di verifiche. Rebora, in qualità di capo missione,  spiega che è necessaria l’uscita immediata per questioni di sicurezza. Da qui nasce un confronto verbale con l’ufficiale in turno il quale, ritenendosi offeso, strappa di mano i passaporti allo staff, che viene trasferito al Cairo e poi chiuso nelle stanze di accertamento, senza documenti ed effetti personali. Grazie alla mediazione del consolato in aeroporto il gruppo viene fatto uscire per rientrare in Italia.  Altri problemi sorgono nel 2018 quando, nonostante l'intervento dell'ambasciata, viene per la prima volta vietato a Rebora l'ingresso sul territorio egiziano, senza fornire motivazioni. 

Il commento di Rebora

Si arriva in questo modo al 26 marzo 2024. Il problema fondamentale, evidenzia Rebora, non è tanto il trattamento poco ospitale ricevuto: "Se fossi stato un turista? Magari scambiato per un’altra persona? Non avendo determinati contatti e una struttura preparata a fare fronte a un’emergenza di questo tipo, come avrei potuto dare mie notizie? Una volta tolto il cellulare dalle mani sei in balia di un sistema che mette gravemente a repentaglio la sicurezza personale". Non solo questo risulta essere il problema, Rebora prosegue "se la situazione del 2014 non fosse stata lasciata precipitare nell’oblio, forse avremmo potuto evitare altri eventi gravissimi". Da gennaio scorso l’Ong genovese ha lavorato con l’ambasciata che rappresenta l’Italia in Egitto e la Erc (Egyptian Red Crescent), alla preparazione di questo convoglio fondamentale alla risposta della grave crisi umanitaria in Striscia di Gaza. "Sono state inviate note verbali al Ministero degli Esteri egiziano - spiega ancora Music for Peace su Facebook - che ha sempre risposto in maniera positiva al transito del personale e dei materiali. Nell’invio delle richieste ufficiali alle autorità locali sono sempre stati allegati nominativi e documenti dello staff di missione". Conclude così Stefano Rebora: "Se è vero che i problemi sono solo nei miei confronti, comunicano infatti gli egiziani che il respingimento è 'Ad personam', è altrettanto oggettivo che se da una macchina levi il motore, il mezzo rimane fermo". Il 27 marzo il presidente della Ong è così tornato in Italia: "Figura a cui viene preclusa la possibilità di svolgere l’attività per cui è preposta e per cui, soprattutto in una situazione di emergenza di questa portata, dovrebbe ricevere supporto da ogni istituzione" conclude Music For Peace. 

La solidarietà dell'Anpi

Il Comitato provinciale Anpi di Genova ha espresso solidarietà: "Sollecitiamo il governo italiano e le autorità diplomatiche ad affrontare questa situazione che, impedendo l’ingresso nel territorio egiziano a una persona che è il 'motore' delle iniziative in territori delicatissimi, porta altra fame e altro abbandono alle popolazioni palestinesi. Siamo e restiamo al fianco di Stefano, degli altri volontari ancora in Egitto, di tutta l’organizzazione. Se c’è da portare aiuto a chi soffre sotto i bombardamenti e attraversando privazioni inaudite per un conflitto che comincia ad avere i profili di un tragico massacro, Anpi ci sarà sempre". 

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