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Cronaca

Morandi, prove di demolizione con esplosivo nella cava di Camaldoli

Nella cava sopra San Fruttuoso sono arrivati demolitori, struttura commissariale, prefettura, polizia, carabinieri, Asl e Arpal per valutare l'impatto della dispersione delle polveri

Prove di esplosione nella cava di Camaldoli, sopra San Fruttuoso, per decidere le sorti delle pile 10 e 11 del ponte Morandi: ingegneri, tecnici e operai dell’associazione temporanea di imprese cui è affidata la demolizione, insieme con membri della struttura commissariale, si sono dati appuntamento nella cava per la simulazione di quella che potrebbe essere l’esplosione che abbatterà le due pile del troncone est del viadotto.

Nel sito sono presenti anche polizia, carabinieri, membri di Asl e Arpal, che monitoreranno l’intera durata delle operazioni: l’idea di base è quella di utilizzare l’acqua per mitigare la dispersione di polveri sottili, sfruttando vasche e cannoni per irrigare le pile, ma la simulazione serve proprio a capire quale soluzione meglio si adatta alla conformazione del Morandi e del territorio. Circa 3 le tonnellate di esplosivo, arrivato dal Piemonte via terra, che vengono utilizzate per l’operazione, 4 in totale i secondi necessari per far accartocciare le pile su loro stesse. 

Le operazioni si sono concluse intorno alle 11: i demolitori hanno testato 4 tipologie di esplosione per creare una sorta di grande muro d'acqua intorno alla base della pila, sfruttando anche delle vasche. I risultati, secondo una qualificata fonte interna, sarebbero soddisfacenti, e il prossimo passo sarà quello di compilare una relazione tecnica sulla base delle immagini per selezionare la modalità più idonea per procedere con l'esplosivo. La relazione verrà sottoposta alla struttura commissariale e al comitato esplosivi per supportare la richiesta di utilizzo delle microcariche.

Ancora non è chiaro, però, se si procederà con una sola esplosione - entrambe le pole insieme - o con una doppia, facendo esplodere prima la pila 11, quella più lontana dalle case, e poi la 10, che incombe proprio su via Porro. Ovviamente, tutte le case andranno demolite meccanicamente prima del giorno X, in cui anche i residenti della zona, circa un migliaio, verranno fatti evacuare.

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