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Il teatro di Arenzano adotta simbolicamente quello di Mariupol: "La cultura unisce e salva il mondo"

"Il nostro teatro è il teatro di Mariupol": così è partito il messaggio di fratellanza e pace

C'è un cartello, accanto all'ingresso del Sipario Strappato di Arenzano, nel casone dell'ex Muvita di via Marconi, con una scritta rossa che indica Mariupol, la città ucraina in cui il teatro - utilizzato come rifugio - è stato attaccato nell'ambito dell'invasione russa.

"Il nostro teatro è il teatro di Mariupol" sottolinea lo staff del teatro su Facebook trasmettendo un messaggio di fratellanza e pace diretto alla popolazione colpita e al mondo della cultura. 

L'iniziativa parte dall'appello dell'attore e autore Stefano Massini che ha invitato i teatri a mettere una 'M' fuori dalle porte: "Il nostro è un piccolo simbolo che, partendo da Mariupol, vuole rappresentare tutti i luoghi di cultura sotto attacco - spiega Sara Damonte, direttore artistico del teatro Il Sipario Strappato -. Sono luoghi di pace per antonomasia, di bellezza, di meraviglia, in cui le persone si ritrovano, scambiano relazioni umane, condividono emozioni e si pongono anche interrogativi profondi. Poi purtroppo come sappiamo la guerra disumanizza e azzera tutto senza alcun rispetto per nessuno".

Il Sipario Strappato è da sempre sensibile al tema dei conflitti nel mondo: "Nei mesi scorsi - conclude Sara Damonte - abbiamo portato in scena 'Stupidorisiko' della Compagnia Emergency, critica ragionata delle guerre e delle loro conseguenze, 'Perché anche io sono una donna' che parla anche di rifugiate nordcoreane, in cartellone avevamo 'Lilly e Felice' che parla del rapporto tra due donne, di cui una ebrea, durante la seconda guerra mondiale. Anche i nostri allievi partecipano: gli anni scorsi hanno messo in scena negli anni 'Niente paura', sui soldati in battaglia che svelano le loro fragilità, facendo capire che la guerra è una cosa brutta per tutti, sempre. Ma sono solo alcuni esempi, il nostro impegno è costante, condanniamo ogni guerra e ci schieriamo dalla parte dei diritti umani. Certamente in questo momento i fatti del teatro di Mariupol ci hanno colpiti particolarmente, la cultura unisce e salva il mondo, non dovrebbe mai dividere e la diversità è un fattore che dovrebbe arricchire".

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