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Venerdì, 26 Aprile 2024
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"Non ballo da solo", torna la discoteca per i ragazzi con disabilità: "La nostra ricompensa sono i loro abbracci"

Dopo lo stop dovuto alla pandemia, riparte il progetto gratuito al Casa Mia di Genova: "Abbiamo ospitato fino a 70 ragazzi per pomeriggio" racconta a GenovaToday l'ideatrice Monica Silletti

Riparte domenica "Non ballo da solo", il progetto che porta in discoteca i ragazzi diversamente abili.

Dopo lo stop dovuto alla pandemia, riprendono dunque i pomeriggi di musica e divertimento al Casa Mia di Genova, in una discoteca adattata alle esigenze di tutti, a ingresso gratuito. Barriere architettoniche rimosse, bibite analcoliche, sorrisi e dj set per un pomeriggio diverso dal solito: "Ospitiamo - racconta Monica Silletti, ideatrice del progetto - ragazzi dai 16 anni in su con disabilità motorie, sindrome di Down, autismo o altre, accompagnati dai parenti o dagli assistenti delle varie associazioni coinvolte".

"Non ballo da solo" nasce per proporre un pomeriggio di divertimento per tutti abbattendo le barriere: "Dopo l'esperienza positiva con 'Mamma esco', progetto nato per far svagare in maniera sana i ragazzini dai 14 anni in su - spiega Monica - ho pensato di rivolgermi ai ragazzi diversamente abili. Ne ho parlato con il direttore artistico del Casa Mia ed è nata quest'altra avventura, con il locale a disposizione gratuitamente e tutto lo staff che ci mette il cuore per dare un'occasione di spensieratezza in più. Ho pensato che sarebbe stato bello avere un dj e una pista a disposizione, una discoteca vera anziché una sala, pur rimanendo in un ambiente protetto e sicuro. Dunque ho contattato le associazioni del territorio che si occupano di disabilità, cercandole sul web, e abbiamo avuto un buon riscontro".

Prima di fermarsi a causa del covid, arrivavano dai 50 ai 70 ragazzi a pomeriggio, con i relativi accompagnatori, da Genova ma anche dalle altre province liguri: "Sono contenta, evidentemente facciamo qualcosa che viene considerato unico e prezioso. Io avverto sempre le associazioni con largo anticipo per non sovrapporre i pomeriggi ad altre loro attività organizzate, ma vedo che ci sono anche tante persone che arrivano singolarmente, c'è stato un buon passaparola".

Il progetto è servito a far socializzare, aumentando le occasioni di incontro: "È stato bello vedere che questi ragazzi si sono conosciuti qui e poi si sono scambiati i contatti, hanno fatto delle chat su Whatsapp, hanno iniziato a fare rete tra di loro al di là delle associazioni e dei pomeriggi in discoteca. È successo anche con i genitori che li accompagnano, hanno formato un bel gruppo, sono contenta perché riusciamo a regalare delle giornate di divertimento per tutti. I ragazzi sono davvero genuini, non si fanno problemi a indicare al dj le loro canzoni preferite, sono contenti, spesso quando arrivano mi abbracciano e per me è una ricompensa enorme".

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