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Vaccino under 12, Bassetti: "Sarà più facile farlo ai bambini che ad alcuni 50enni cocciuti"

Per il direttore della clinica Malattie Infettive del San Martino, il vaccino per i bambini nella fascia di età 5-12 anni è un'opportunità da cogliere

Un'opportunità da cogliere. Matteo Bassetti riceve favorevolmente il sì dell'Aifa alla somministrazione del vaccino ai bambini under 12. "Se avessi un bambino tra i 5 e i 12 anni non avrei alcun dubbio a farglielo fare, così come non ne ho avuto per i miei adolescenti", dice il direttore della clinica Malattie Infettive del San Martino a Genova Today.

Il vaccino per i bambini nella fascia di età compresa tra i 5 e i 12 anni è un passo avanti della ricerca scientifica e per l'infettivologo genovese il risultato mette a segno tre obiettivi: "Il primo è evitare che i bambini contraggano l'infezione e quindi evitargli le complicanze", spiega il professore. "Consideriamo che, come riportano i pediatri, un bambino su sette si fa il cosìddetto long covid accusando, in modo simile alla mononucleosi, stanchezza e difficoltà di concentrazione". Nel mirino del vaccino under 12 c'è anche la salvezza del mondo scuola, in modo da poter garantire la continuità didattica in presenza senza finire in pasticci: come il recente caso sui protocolli di quarantena, prima tutti a casa con un caso positivo e subito dopo il dietrofront.  "Il secondo obiettivo - continua Bassetti - è proprio quello di rendere più sicure le scuole, un argomento sempre all'ordine del giorno, con bambini che vanno in quarantena o che si contagiano, ed è chiaro che una scuola dove i bambini sono vaccinati è una scuola certamente più sicura". 

Nelle ultime tre settimane in Liguria si è visto come il covid sia presente tra i bambini che attualmente rappresentano il driver dell'aumento dei contagi, con un'incidenza 7-8 volte superiore al resto della popolazione proprio nella fascia 5-12. Ecco, dunque, il terzo obiettivo del vaccino: "Raggiungere l'immunità di gregge. I bambini fanno parte della comunità in cui viviamo tutti e quindi competono, insieme agli adulti, a raggiungere quella percentuale che ci metterà in sicurezza". 

"Credo che vaccinare i bambini sia un'opportunità che andrà colta ma è chiaro che nessuno dice che il vaccino nei bambini deve diventare obbligatorio, si ascolti chi dei bambini se ne occupa che sono i pediatri e mi pare che  abbiano assunto una posizione molto a favore dei vaccini, perchè la Società italiana di pediatria ha chiaramente detto che i vaccini tra i bambini in età 5-12 vanno raccomandati. Mi auguro che poi arrivino i vaccini anche per la fascia tra i 5 e i 2 anni, in questo momento in fase di studio e in generale io non vedo il vaccino come un fatto negativo: qualcuno dice 'giù le mani dai bambini' ma chi non vorrà vaccinarli, non li vaccinerà come d'altronde ha fatto prima".

L'opinione pubblica sulla linea vaccinale pediatrica rappresenta per il professore una nota di disappunto: "La cosa che mi spiace è vedere applicare due pesi e due misure nei confronti dei vaccini che tutti noi abbiamo fatto e questo; è sbagliatissimo come atteggiamento: sono vaccini uguali e questi sono vaccini che evitano di far venire ai bambini delle malattie infettive, per quanto sicuramente meno gravi rispetto agli adulti, che possono comunque dare delle complicanze".

Genitori preoccupati, no-vax contrari, il vaccino under 12 incontra ancor più ostacoli. "Non sarà facile - conclude Bassetti - ma sarà sicuramente più facile vaccinare i bambini che alcuni 50enni, 60enni che sono di coccio, perchè alla fine la fascia degli adolescenti è stata molto più facile di quella dei 50enni". E sulle paure di mamma e papà: "Noi ora abbiamo una sperimentazione fatta su 3mila bambini circa, quella che è stata fatta negli Stati Uniti, è evidente che se l'effetto collaterale potenziale fosse, per fare un esempio, uno ogni 15mila vaccinati potrebbe non essere riscontrato in fase di sperimentazione e magari non vederlo poi nella sorveglianza post utilizzo, però un effetto collaterale ogni 15mila vaccinati è un rischio accettabile di fronte a un'infezione come quella del covid, questi vaccini sono ben tollerati anche perché sono un terzo della dose che si utilizza nell'adulto e ciò rappresenta una garanzia di avere probabilmente anche meno effetti collaterali". 

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