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VIDEO | Processo Morandi, i parenti delle vittime: "Ogni momento ci riporta al dolore di quel giorno"

Sperano nella giustizia i parenti delle 43 vittime del crollo del ponte Morandi, oggi a Genova per la prima udienza del processo. Un cammino in salita, doloroso, segnato dall'incancellabile dolore della perdita come già ricordato da Egle Possetti, presidente del comitato parenti vittime. Per loro, ogni momento della vicenda riporta al dolore del 14 agosto 2008.

"Sono passati quattro anni - dice Paola Vicini, mamma di Mirko, morto nel crollo - e questo tempo ha permesso di raccogliere molte prove che ci rendono più forti nell'affrontare questa giornata. Ci è pesato tutto, ogni cosa che gravita intorno al processo ci riporta indietro, da allora ogni giornata è uguale. Ci hanno fatto male i tentativi di mandare all'aria il processo, di arrampicarsi sugli specchi, non ultimo l'allontanamento dei media, cosa che mi ferisce molto e non mi piace affatto perché tutto il mondo deve sapere. Bisogna dare un segnale con pene severe, e allora forse l'Italia cambierà".

"Ci è rimasta solo la giustizia - dicono i famigliari di Luigi Altadonna, altra persona morta nel crollo del ponte - aspettiamo che faccia il suo corso più velocemente possibile. Quello che fa più male è l'assenza di un figlio, di 43 persone morte per la negligenza di chi poteva fare e non ha fatto. I responsabili devono pagare, queste cose non dovrebbero succedere. È difficile ma nonostante tutto abbiamo speranza e fiducia nella giustizia. Ci aspettavamo più attenzione da parte delle istituzioni ma abbiamo ricevuto 'pacche sulle spalle' finte. Comunque andiamo avanti nel ricordo delle vittime, dei sopravvissuti, di tutti coloro che hanno sofferto".

"Arrivare qui oggi - dice Emmanuel Diaz, fratello di Henry, un'altra delle 43 vittime - è comunque un traguardo perché significa che siamo riusciti a difendere una verità così solida che ha retto i diversi confronti durante questi quattro anni. Abbiamo una ragione scomodissima da accettare: chi è morto in questa tragedia è stato ucciso per l'ingordigia di una società e l'incapacità dello Stato italiano di sorvegliare. Va riconosciuto il grande lavoro della procura in questi anni".

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