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Cronaca Prà / Via Giuseppe Fedelini

Rems Pra', la protesta dei cittadini: "Preoccupati per i nostri figli"

Giovedì nel tardo pomeriggio la protesta dei residenti di via Fedelini a Pra'

"Tutela per i nostri figli", "Tutela anche per i nostri diritti": sono solo alcuni degli slogan sugli striscioni portati in piazza dai residenti di via Fedelini, a Pra', che vivono vicino alla Rems Villa Caterina. Nel tardo pomeriggio di giovedì 27 luglio si sono radunati un centinaio di cittadini circa per protestare: la zona è preoccupata per l'arrivo di Luca Delfino, il "killer delle fidanzate" ma non solo. È da tempo infatti che chi abita vicino alla struttura è costretto a una convivenza molto difficile con gli ospiti: il caso è scoppiato nuovamente il 20 luglio, con l'evasione di uno dei detenuti (rientrato poi autonomamente) che ha gettato il quartiere nel panico.

L'arrivo di Delfino, per chi sulle alture di Pra' ci vive, è l'ennesima goccia che rischia di far traboccare un vaso già colmo da tempo: “Quando sono arrivata avevo una bambina di tre anni, mi faceva piacere avere una struttura del genere - ha raccontato a GenovaToday la residente Alessia Crescentini - perché c'era un po' di controllo da parte della polizia. Adesso i bambini sono due, la più grande ha 9 anni e il più piccolo 3. Con la bambina di 9 anni ho qualche problema perché non posso più mandarla a buttare la spazzatura che magari c'è qualcuno che dice parolacce o bestemmie”.

Il direttore sanitario di Villa Caterina: "La rems è un atto di civiltà. Delfino? Solo risalto mediatico"

“Assistiamo a rapporti sessuali tramite le inferriate, a video porno a tutto volume, a litigi tra loro e con il personale e a minacce di morte. Ogni tanto assistiamo a qualche fuga, ci barrichiamo in casa sperando di non trovarceli in giardino, perché è già successo anche questo” ricorda Fabio Frumento, uno dei promotori delle proteste dei residenti, che aggiunge: “Siamo spaventati, pensiamo di fare qualcosa a livello legale, non ne possiamo più, in famiglia vivo un clima brutto di preoccupazione, i ragazzi sono piccoli, ma cominciano a capire quello che succede”.

Se nei giorni scorsi si è parlato del caso anche in consiglio comunale, alla protesta di giovedì si è unito anche Alessio Piana, consigliere regionale della Lega: "Martedì prossimo porterò la questione e le istanze degli abitanti in consiglio regionale con un’interrogazione in cui chiederò che Regione Liguria si attivi nei confronti degli enti competenti affinché siano aumentati i livelli di sicurezza e sia garantita l’incolumità dei cittadini genovesi. La presenza di questa struttura obbliga i residenti ad assistere quotidianamente ad atti osceni, urla, lancio di oggetti e insulti. La norma nazionale va ripensata. Almeno introducendo l’obbligo di assunzione controllata di farmaci e di applicazione dei braccialetti elettronici o altri idonei dispositivi geolocalizzanti".

Delle preoccupazioni dei residenti si è occupato anche il consigliere comunale Filippo Bruzzone con un'interlocuzione con la Prefettura: "Il dialogo non è stato risolutivo e non poteva esserlo, visto che la scelta sulla rems è degli uffici giudiziari. Tuttavia è stato utile perché ho riportato i timori della nostra comunità non solo sul caso Delfino ma più in generale sulla Rems al prefetto e agli uffici. Mi hanno riferito che i nostri timori sono all’attenzione del prefetto e per estensione alle forze dell’ordine. Ho provato a chiedere se il tema sia stato sollevato al Comitato di ordine e sicurezza pubblica in cui siede anche il sindaco o suo delegato: no comment. Sostanzialmente mi hanno detto che seguono la vicenda, non siamo soli, e che anche le forze dell’ordine sono al corrente".

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