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Cronaca Nervi / Via Giovanni Caboto

Posidonia al porticciolo di Nervi, l'esperto: "Pianta fondamentale, percezione da cambiare"

Come ogni anno polemiche e 'mugugni' per gli accumuli, parola a Paolo Guidetti, direttore del 'Genova Marine Centre': "Le modifiche dell'ecosistema per mano umana sono il vero problema" 

Non è un'alga, e la sua presenza in mare e sulle spiagge è una buona notizia. Stiamo parlando della Posidonia, tornata come ogni anno anche al centro del dibattito politico per il suo accumulo sui gradoni e sulla struttura del porticciolo di Nervi, con relativi costi per lo smaltimento. Per fare chiarezza, e conoscere meglio questa pianta, abbiamo intervistato il dottor Paolo Guidetti, direttore del 'Genova Marine Centre'. Si tratta di una sede distaccata della Stazione Zoologica Anton-Dohrn (Istituto Nazionale di Biologia, Ecologia e Biotecnologie Marine), con sede presso la Villa del Principe, che è stata istituita nell’ottobre 2021 ed è dedicata allo studio della biodiversità marina; alla valutazione degli effetti degli impatti antropici e del cambiamento climatico in mare e alla ricerca di soluzioni per la conservazione di specie ed ecosistemi marini in un’ottica di sviluppo sostenibile, dal punto di vista ambientale, storico-culturale e socio-economico. 

Praterie, fioritura, frutti e foglie: le foto della Posidonia

Perché la Posidonia non è un'alga: "Sarebbe come chiamare 'invertebrato' un elefante"

Posidonia oceanica è una pianta superiore, come molte piante terrestri che conosciamo. Si tratta di un organismo dotato di foglie, fusto e radici, tessuti diversificati dotati di una propria funzione, le alghe invece non hanno questa struttura e complessità: "Chiamarla 'alga' - spiega il dottor Guidetti - equivale a chiamare 'invertebrato' un elefante, che è notoriamente un vertebrato. Gli invertebrati sono animali quanto i vertebrati, ma trattasi di due categorie diverse e molto differenti tra loro". Viene poi definita come pianta fanerogama, un termine derivato dal greco che mette insieme il termine 'manifesto' o 'visibile' con il verbo 'sposarsi', in relazione alla riproduzione sessuata della pianta.  "Questo - spiega ancora il direttore del Genova Marine Centre - perché l'evento riproduttivo avviene attraverso l'impollinazione, grazie alle correnti. Dai fiori derivano dei frutti, chiamati 'olive di mare'. Tutto avviene in mare. I frutti galleggiano dopo essersi staccati dalle piante e vengono trasportati dalla corrente e da questi fuoriescono dei semi, pesanti, che cadono sul fondo. Se cadono in luoghi idonei germina una piccola pianta con foglioline e una radichetta. Nasce così una nuova pianta. Si tratta di una riproduzione simile a molte piante terrestri che tutti conosciamo". Una volta trovato l'ambiente adatto la pianta cresce e produce fusti con foglie, mentre tante piante assieme costituiscono vere e proprie 'praterie': "La Liguria ne è piena - sottolinea ancora Guidetti - ce ne sono anche di fronte a Quinto e Nervi".

Infiorescenza - foto di Egidio Trainito

Perché la Posidonia diventa marrone e finisce in spiaggia?

"C'è un ciclo stagionale in cui la Posidonia produce nuove foglie - spiega Guidetti - per cui si formano e si vedono 'praterie' più verdi sott’acqua. C'è poi un periodo in cui tendono a cadere. Proprio come le piante terrestri, le foglie perdono la capacità fotosintetica, diventano marroni, si staccano e vengono trasportate dalle masse d'acqua, spinte sotto costa, sulle spiagge o dove le correnti le portano, come nel caso del porticciolo di Nervi".

Il caso del Porticciolo di Nervi

Negli ultimi anni le polemiche, e i 'mugugni' dei residenti per l'accumulo della Posidonia, si sono ripetute. Secondo esponenti dell'opposizione la situazione sarebbe peggiorata con la nuova conformazione del Porticciolo: "Io non sono un ingegnere idraulico e non so come sia stato progettato - afferma il direttore del Genova Marine Centre -, ma è evidente che l'idrodinamismo è tale da condurre la Posidonia nella porzione dei gradoni. Sappiamo da foto antiche che nella zona corrispondente all'attuale porticciolo la Posidonia si è sempre accumulata, e ciò fa parte del suo ciclo naturale che dura da sempre. Probabilmente, il condizionale è d'obbligo, in passato c'era una baia più aperta e gli accumuli riguardavano la spiaggia. La creazione di un pennello, o di una infrastruttura in mare, potrebbe aver modificato le correnti creando un punto di accumulo. Servirebbe però qualcuno con altre competenze per valutare nello specifico l'attuale conformazione del porticciolo, questo non è il mio ambito di studio. Al di là del fastidio che viene percepito dalle persone, credo sia importante far capire che questo materiale che finisce sulle spiagge non va percepito in maniera negativa. La Posidonia è fondamentale per l'ecosistema, è minacciata a causa dell'azione umana ed è protetta da una direttiva europea".

Il porticciolo di Nervi invaso dalla Posidonia

A cosa serve la Posidonia e perché è così importante?

La presenza di Posidonia è considerata un buon indicatore della qualità delle acque marino-costiere per la sensibilità alle alterazioni delle condizioni ambientali. La pianta produce diversi benefici, come spiega ancora il dottor Guidetti: "Per rimanere sul parallelo con le piante terrestri - sottolinea - gli accumuli marroni equivalgono alla lettiera di foglie e legname che si accumula sul suolo nei boschi formando l'humus. Anatre e piccioni trovano piccoli invertebrati da mangiare, inoltre la Posidonia spiaggiata, che purtroppo viene rimossa troppo spesso, protegge gli arenili dall'erosione. La rimozione toglie biodiversità e naturalità, le spiagge naturali si riducono e diventano necessari gli interventi di ripascimento. Se guardiamo le fotografie del secolo scorso e le cartoline della Liguria o della Costa Azzurra, si notano immagini con persone che fanno il bagno o prendono il sole con il loro asciugamano steso su questo materiale, che tra l'altro è molto soffice, perché tali accumuli venivano considerati normali, naturali. Quando andiamo a fare un pic-nic stendiamo la tovaglia sull'erba, ed è normale sia così, è la nostra percezione a essere sbagliata, dovremmo accettare la presenza della Posidonia in spiaggia perché è una cosa naturale, oltre che utile".

Fioritura - foto di Egidio Trainito

"Il problema non sono Posidonia o cinghiali, ma le modifiche dell'ecosistema per mano umana" 

Una funzione fondamentale anche per l'ecosistema marino, come spiega ancora a Genova Today il direttore del Genoa Marine Centre: "È l’asilo nido di molte specie di pesce che poi, quando crescono, mangiamo. Perché piccoli pesci, che poi vengono mangiati da quelli più grossi che vengono a loro volta pescati, si rifugiano dai predatori tra le fronde di questa pianta, così come tanti piccoli organismi invertebrati che a loro volta se ne cibano. Senza 'Posidonia' il mare sarebbe un deserto senza rifugio, con tutte le conseguenze sugli equilibri dell'ecosistema. Il problema non è la presenza di questa pianta, ma piuttosto la presenza di un porticciolo, o di opere dell'uomo che hanno rivoltato come un calzino la natura, nel pezzo di mondo modificato a nostro piacimento. Proprio come la questione dei cinghiali o degli orsi, sempre vista in modo antropocentrico. In realtà siamo noi ad aver tolto agli animali milioni di ettari di territorio, loro seguono la loro logica, ovvero cercare di recuperare più cibo con il minor sforzo possibile. E per loro la nostra spazzatura è meravigliosa in questo senso".

La direttiva dell'Unione Europea che protegge la Posidonia

L'habitat delle praterie di Posidonia oceanica, che è una specie endemica del Mar Mediterraneo, è protetto. Esiste una direttiva europea del 1992 che ha portato alla creazione di aree protette, chiamate 'Natura 2000'. In Liguria ne esistono tantissime e sono gestite dalla Regione: "Un cittadino che va in mare e strappa una pianta di Posidonia - spiega Guidetti - commette un reato penale in termini di reato ambientale. Tali aree sono molto ampie, mappate e, se non gestite, è prevista anche una procedura di infrazione con multe dell'Unione Europea".

Banquette - foto di Egidio Trainito

"Cambiamo la percezione delle persone e salviamo la Posidonia"

La Posidonia è protetta perché è minacciata dall'uomo: le 'praterie' vengono danneggiate dall'impatto meccanico dell'ancoraggio: le piante vengono strappate e si creano perforazioni e buchi che portano alla scomparsa delle 'praterie'. Altro fenomeno impattante è rappresentato dalla pesca a strascico illegale sotto costa. Esistono poi altri fattori di rischio indiretto. La Posidonia ha bisogno di luce; ogni attività o intervento umano che porta ad aumentare la torbidità dell'acqua fa morire le piante, e questo crea danni all'ecosistema marino.

"Il nostro centro - conclude il dottor Guidetti - porta avanti insieme alla Fondazione Compagnia di San Paolo il progetto 'Sunrise' che mira a studiare la biodiversità associata a questo materiale vegetale che finisce in spiaggia e a fare attività di educazione e comunicazione, con incontri rivolti agli studenti delle scuole e ai cittadini. In passato questo materiale veniva utilizzato per riempire i giacigli, i materassi, per concimare la terra e come compendio alimentare per gli animali di allevamento, oggi non è più possibile, ma un tempo i benefici erano ben noti e sfruttati. Noi cerchiamo di cambiare la percezione di quello che oggi viene vissuto solo come un fastidio. In altri Paesi e in altre regioni, penso alla Sardegna o alla Corsica, si formano 'banquette' anche di diversi metri di spessore e le persone stendono tranquillamente il proprio asciugamano per prendere il sole. Lo stesso succede presso Mortola, nell’imperiese. Esistono inoltre progetti interessanti per il riutilizzo del materiale rimescolato alla sabbia e riposizionato sugli arenili. Conoscere e proteggere, questi sono i due canali principali sui quali ci stiamo muovendo per salvaguardare una pianta così preziosa per il nostro Mar Mediterraneo".

Germoglio - foto di Egidio Trainito

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