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Cronaca

Processi, parte il "Morandi bis": 47 imputati

Tra gli indagati ci sono gli ex vertici di Aspi e Spea coinvolti nel principale filone dell'indagine, per il quale il processo è già iniziato. Le ipotesi della procura sono, a vario titolo, falso, frode, attentato alla sicurezza dei trasporti e crollo colposo

Parte oggi, giovedì 18 gennaio, il processo "Morandi bis" in cui sono contestate ad Autostrade per l’Italia varie ipotesi di frode nelle pubbliche forniture. In poche parole, si tratta del procedimento nato dopo il crollo del ponte e riguardante falsi report sui viadotti, barriere antirumore difettose e sicurezza delle gallerie (tra cui la Bertè in A26 da cui nel 2019 si staccarono due tonnellate di cemento).

La procura ha indagato 47 persone mentre sono 10 le posizioni che sono state archiviate. Tra gli indagati ci sono gli ex vertici di Aspi e Spea coinvolti nel principale filone dell'indagine, per il quale il processo è già iniziato. Le ipotesi della procura sono, a vario titolo, falso, frode, attentato alla sicurezza dei trasporti e crollo colposo. 

La Cgil Genova ha fatto sapere ieri che non si costituirà parte civile: "I lavoratori coinvolti - spiegano Camera del Lavoro e Fillea - affermano di aver operato seguendo in maniera pedissequa la manualistica operativa aziendale, codificata sia da Aspi che da Spea e mai oggetto, per quanto a loro noto, di eventuali contestazioni o implementazioni da parte del Ministero dei Trasporti, concedente della rete autostradale in questione e controllore dell’operato delle concessionarie; essi quindi secondo quanto sostenuto dai rispettivi difensori e dal punto di vista quindi dell’organizzazione del lavoro, avrebbero professionalmente ottemperato a quanto loro richiesto".

Il Pd si scaglia contro i pedaggi autostradali (che sono pure aumentati): "Mentre nelle aule del tribunale si farà luce sugli errori passati - comunica il senatore dem Lorenzo Basso - continuiamo a rimanere ogni giorno bloccati in un traffico caotico e pericoloso, in una regione dove il rumore incessante delle autostrade è diventato parte della vita quotidiana per migliaia di cittadini, costretti a convivere con il mancato ripristino delle barriere fonoassorbenti. La mancanza di manutenzioni passate non si risolverà nel breve termine, ma continuerà a impattare la vita dei liguri per molti anni. È inaccettabile che i cittadini di questa regione, costretti a subire ancora questo stato di cose, vedano anche aumentare i pedaggi autostradali".

Basso da oltre un anno propone in Senato un emendamento per bloccare gli aumenti dei pedaggi: non si chiede un'esenzione perpetua, ma la libertà di muoversi sulle strade e di non essere bombardati dal rumore del traffico in casa prima di pagare il servizio. "Per la verità - continua il parlamentare - era stato previsto come parziale indennizzo un periodo di 10 anni di totale gratuità per il transito veicolare sui nodi genovesi. Tuttavia, questa opportunità è stata vanificata dal Comune di Genova che ha dirottato quelle risorse per finanziare il progetto del tunnel subportuale. Se l’esenzione è quindi naufragata, almeno bisogna evitare l’oltraggio dell’aumento dei pedaggi fino al completo ripristino delle condizioni di normalità".

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