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Costume e società

Il racconto popolare genovese dei gianchetti

I popolarissimi gianchetti (bianchetti) sono anche protagonisti di una favola popolare ligure

Tra le favole e i racconti popolari della nostra regione, ce n'è una (a dire il vero un po' sgreuzza) che riguarda i gianchetti, che fino a qualche anno fa erano una vera e propria specialità che non poteva mancare sulla tavola di un vero genovese.

La favola, raccolta da Guido Ferraro in "Leggende e racconti popolari della Liguria" (Newton) racconta che a Genova, una volta, abitava una coppia di sposi che litigava sempre. In particolare, il marito era un vero mugugnone e non gli andava mai bene niente di quello che faceva la moglie, soprattutto in cucina. Non che lei cucinasse male, ma lamentarsi era ormai un'abitudine, e lui era diventato con gli anni una vera e propria "piaga".  

Una mattina lui le portò un pacchetto pieno di gianchetti da preparare. Lei gli disse che per pranzo c'era già l'arrosto, e lui iniziò a mugugnare. Allora lei, per farlo contento, mise da parte l'arrosto e gli chiese come voleva che venissero cucinati i gianchetti. E lui si arrabbiò, dicendo che insomma doveva saperlo lei come si preparavano queste prelibatezze, e che mica poteva pensare a tutto lui. 

Dunque lei si mise in cucina, e visto che sapeva già che in qualsiasi modo avesse cucinato i gianchetti, suo marito si sarebbe lamentato, li divise in piccole parti e decise di prepararli un po' in tutti i modi.

A un certo punto, proprio mentre era in una fase delicata, arrivò il figlio piccolo che iniziò a lamentarsi dicendo di avere una certa urgenza di usare il vasino. Lei non poteva muoversi, e allora gli diede una pentola, dicendogli di usare quella.

Insomma, arrivò il momento della cena: la donna iniziò con i gianchetti nella minestra e lui disse che erano sprecati, e che sarebbero stati sicuramente meglio fritti. Lei lo sorprese e gli passò le frittelle, perché aveva preparato anche quelle. E allora ci fu da lamentarsi perché erano unte: meglio un tortino. Dunque ecco il tortino, perché la moglie aveva previsto anche quella lamentela. Ma il marito ebbe da dire anche qui, perché concluse che i gianchetti sono meglio bolliti. 

Allora lei tirò fuori anche i gianchetti bolliti, ma lui si arrabbiò dicendo che era uno spreco aver usato tutti quegli ingredienti per cucinare quel piccolo pachetto di pesciolini.

«E allora cosa ti porto?» gli chiese lei. Lui rispose con una parolaccia e allora lei, interpretandola alla lettera, gli portò la pentola usata dal bambino come vaso da notte: «Eccoti servito». E lui rimase di sasso e, per una volta, perse le parole.

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