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Sabato, 27 Aprile 2024
Costume e società

Viaggio alla scoperta dei “borghi addormentati” del Parco dell’Antola

Ruderi in pietra, orti antichi, abitanti custodi di storie lontane: ecco alcuni paesi abbandonati (e non) sparsi nell'entroterra ligure

L’entroterra ligure è costellato da piccoli borghi in pietra e paesini abbandonati, da luoghi che custodiscono storie, tradizioni e leggende. Molti di questi si trovano nel Parco dell’Antola che, ormai da qualche mese, ha avuta la bella idea di aprire una rubrica settimanale a loro dedicata. Si chiama Borghi addormentati e racconta un viaggio per i paesini presenti tra i boschi e le vallate del Parco. Ve ne riportiamo qui alcuni. 

Pietranera, piccolo borgo in frazione del comune di Rovegno, nella Val Trebbia. Una ventina di abitanti, un paesaggio caratterizzato da prati e rocce – anche di color nero, da dove prese il nome. Si incontra l’antica trattoria di Giacomo Mazzoni, dove un tempo il poeta Giorgio Caproni andava a mangiare insieme ai suoi amici.

Altro borgo addormentato nella Val Trebbia è Garbarino di Rovegno, che conta sette abitanti. Tra i ruderi in pietra si respira ancora l’atmosfera dell’antica vita contadina e in uno dei fienili è presente oggi la sede operativa dell’Associazione Culturale Storie di Barche, dove viene portata avanti con attività didattiche l’arte costruttiva dei maestri d’ascia, dei velai e dei cordai. 

Sul versante nord del Monte Antola c’è Reneuzzi, paese che nell’Ottocento ospitava più di duecento abitanti ma che oggi è rimasto abbandonato. A mille metri di altitudine, ormai è diventato un paese fantasma, con rovine sparse e un cimitero soffocato dalla vegetazione.

Composto da tre case, un altro borgo addormentato è la Maiada, frazione dimenticata di Rondanina, in prossimità della diga del lago del Brugneto.  Dai piedi delle tre case ci si può godere la vista sulla val Brugneto. Le porte degli edifici sono aperte ma è meglio non entrare, pavimenti e pali di legno sono molto antichi e rischiano di crollare. 

In Valbrevenna, a quasi mille metri di quota, abbarbicato sulla parte est del Monte Pareto c’è un minuscolo paesino di nome Tessaie. Antichi fienili, ruderi e terrazzamenti dove un tempo venivano coltivati cereali e ortaggi. Ormai è abbandonato da tempo e resta soltanto un ricordo il gruppo di circa dieci case che lo componevano. 

Nel 1970 è stato abbandonato anche Cassissa, luogo sospeso nel tempo vicino a Isola del Cantone, sul monte che sovrasta il Castello della Pietra. Dato che non sono presenti terreni che giustifichino la presenza umana, si pensa che probabilmente si trattava di un borgo nato e cresciuto su un presidio militare o all’incrocio di antichi sentieri percorsi da mercanti. Una volta all’anno i discendenti dei suoi abitanti salgono il sentiero da Marmassana per ripulire il paese da rovi e sterpi e riaprire la chiesetta intitolata alla Madonna della Salute.

Fa parte del Comune di Torriglia il piccolo borgo di Donderi, i cui abitanti si contano sulle dita di una mano. Da qui è possibile raggiungere, tra papere, galli e galline, le località abbandonate di Pagli e Case Sueia.

Una serie di piccoli borghi addormentati si trova in Val Pentemina. Tra questi ad esempio, in frazione del Comune di Torriglia, c’è Tecosa, raggiungibile tramite una mulattiera che parte da Pentema. Il paese è abbandonato da tempo, ma è possibile scorgere ancora oggi gli interni delle case, i tetti tegolati, le ringhiere in ferro battuto. 

Il crinale che dall'Antola scende verso i Monti Duso, Liprando e Banca, nei pressi di Montoggio, si divide dando forma a tre piccole vallette, in due delle quali (valle della Lena e valle delle Cogne) sorgono rispettivamente Serrato e Fasciou, due piccoli nuclei spontanei composti da poche casette, sorte lungo l'itinerario che dai pressi di Montoggio conduceva all'Antola.

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