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Costume e società

Tradizioni genovesi: che cos'è il mézero?

Un capo caratteristico dell’abbigliamento delle donne genovesi

Sicuramente chi è di Genova ha sentito nominare il mézero e il pessotto, parlando di stoffe, tessuti e sartoria. Ma cosa sono?

A venirci in aiuto è la storica associaizone A Compagna che in una sua newsletter svela il segreto di queste due parole: "ll mézero e il pessotto che ne è un diminutivo - scriveva Marino Merello sul bollettino del febbraio 1932 - furono caratteristici leggiadramente dell’abbigliamento delle donne genovesi, quasi come lo strophium (fascia per il seno, nastro per i capelli, ndr) delle antiche matrone di Roma, e lo zendado delle veneziane, e la mantilla spagnuola. ll pessotto era un semplice velo: talvolta di cotone leggero e bianco, talvolta ornato di fioretti a più colori; e usavasi anche inamidato. Ma il mézero era sempre vaghissimo di decorazioni screziate; e l’usanza ne cominciò verso la fine del secolo XVIII. Già sin dal 1650, era stato introdotto in Francia il procedimento della stampa a colori su tela di cotone, derivato dai campioni che la famosa Compagnia delle Indie – in cui ebbero parte anche i Genovesi – aveva recati da Serange e da Mazulipotan".

Cosa successe, poi, però? Che le stoffe di cotone indiane divennero di moda in Europa, e nacquero fabbriche per imitarle. I setaioli francesi temettero che questa nuova tendenza - abbinata al minor prezzo - potesse danneggiarli, e riuscirono a ottenere un editto reale di Luigi XIV che ne proibiva l'importazione dalle Indie e l'imitazione locale. La serietà di questo provvedimento però sbiadì nel tempo, fino a quando - più o meno clandestinamente - le stoffe indiane tornarono in Francia. E dopo una settantina di anni venne abrogato, permettendo agli industriali di stoffe indiane di tornare in Francia. In particolare "i disegnatori alsaziani - come scrive Orlando Grosso nel 1923, come riportato da A Compagna - copiavano bene le decorazioni orientali [...] si nota la bella policromia e l'ampio movimento del disegno [...] che tanto ricorda l'ordinamento del nostro ligure mézero". Infine nel 1784, dalla Svizzera, due artisti di mézeri vennero in Liguria, fra Cornigliano e Campi, per mettere su una fiorente fabbrica di "indiane" e di mézeri.

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