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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

VIDEO | Sciopero ex Ilva, in piazza a Roma anche i lavoratori di Cornigliano

"Lavoratori prigionieri di una situazione inaccettabile. Non c'è un euro per la manutenzione o per gli investimenti" dicono i partecipanti genovesi alla manifestazione

Anche i lavoratori dello stabilimento ex Ilva (ora Acciaieri d'Italia) di Genova sono scesi in piazza a Roma oggi, venerdì 20 ottobre, per chiedere a governo e azienda un piano industriale con garanzie sul rilancio della produzione. La manifestazione, organizzata da Fim, Fiom e Uilm, vede tra i temi principali anche quello della sicurezza: nello stabilimento di Cornigliano recentemente il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ha inviato una lettera alla prefettura e ad Asl parlando di rischio folgoramento in alcuni punti, e sono stati denunciati due deragliamenti in pochi giorni. Senza contare gru e vari altri strumenti di lavoro che presentano problemi e rischiano di bloccare il lavoro.

"Vogliamo un segnale forte dal governo - dice Christian Venzano, segretario Fim Cisl Liguria - basta parole, ci vogliono fatti concreti per il rilancio della siderurgia in questo Paese, un settore importante per renderci autonomi anche dal punto di vista dell'acciaio. Siamo ai minimi storici della produzione, degli investimenti, della manutenzione ordinaria e straordinaria in un momento in cui il mercato tira. È inaccettabile tenere in queste condizioni di 'sequestro' lavoratori e impianti".

"Diciamo basta a questa situazione - è il commento di Stefano Bonazzi, segretario Fiom Genova - che vede i lavoratori prigionieri di una situazione insostenibile negli stabilimenti di tutta Italia: a Genova, a Novi e a Taranto. Abbiamo la necessità di investimenti immediati sugli stabilimenti, serve rilanciare la siderurgia a ciclo integrale in Italia. Non c'è un euro per la manutenzione o per gli investimenti".

E di conseguenza la sicurezza negli stabilimenti peggiora, come dimostrano gli ultimi recenti fatti anche a Genova: "Serve che oggi il governo dia una risposta chiara per dare sicurezza ai lavoratori che lottano per lo stipendio. La lotta inizia oggi e non si ferma fino a quando la situazione non verrà risolta" conclude Bonazzi.

I sindacati chiedono anche al governo di sospendere le trattative con Arcelor Mittal: "Da un mese abbiamo scoperto che c'e' una nuova trattativa con il gruppo industriale nonostante i 680 milioni che il governo aveva offerto per entrare in maggioranza che sembrano evaporati. Ma se non si conclude bene questa trattativa c'è il rischio di fallimento, di amministrazione straordinaria o di liquidazione della società. È arrivato il momento che il governo sospenda la trattativa con il socio privato che da quattro anni non fa altro che macinare il record di cassa integrazione, di azioni giudiziarie nei confronti dei lavoratori media e sindacati".

Nel frattempo anche la politica si muove: il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia ha depositato giovedì sera un'interpellanza urgente al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro per gli Affari Europei, sottoscritta da tutto il gruppo dem, per chiedere "se corrisponda al vero che il Ministro Fitto abbia sottoscritto, in luogo del ministro per le imprese e il made in Italy competente per materia, un Memorandum con l’Ad di Adi e Arcelor Mittal e se corrisponda al vero l’intenzione del governo di voler procedere alla cessione delle quote pubbliche ad Arcelor Mittal, rinunciando al percorso finalizzato a portare Invitalia al 60 per cento del capitale di Adi".

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