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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Sospeso - Sciopero benzinai: distributori e self service chiusi dal 3 al 5 agosto

Le organizzazioni sindacali Faib, Fegica e Figisc/Anisa hanno proclamato, da venerdì 3 a domenica 5 agosto 2012, la chiusura di tutti gli impianti di rifornimento carburanti, self service compresi, sia su rete ordinaria che autostradale

Lo sciopero è stato sospeso.

Genova - Le organizzazioni sindacali Faib, Fegica e Figisc/Anisa hanno proclamato, da venerdì 3 a domenica 5 agosto 2012, la chiusura di tutti gli impianti di rifornimento carburanti, self service compresi, sia su rete ordinaria che autostradale. Benzinai chiusi per l'intero week end per cui bisogna rifornirsi di benzina e diesel per tempo.

L'iniziativa rientra in un pacchetto di azioni che le organizzazioni dei lavoratori «auspicano possano finalmente consentire al Governo di attivarsi, avviando quell’azione di composizione delle vertenze collettive che, istituzionalmente, gli compete».

Di seguito la nota con cui è stata annunciata la protesta.

Accordi collettivi scaduti e non rinnovati; margini tagliati unilateralmente fino al 70%; licenziamenti forzati degli addetti alla distribuzione; rifiuto di adottare diverse tipologie contrattuali; discriminazioni sui prezzi che spingono fuori mercato migliaia di impianti senza possibilità di reazione alcuna, vendite autostradali totalmente cannibalizzate.

Sono questi solo alcuni dei comportamenti in aperta violazione delle leggi esistenti che l’industria petrolifera sta adottando sistematicamente, colpendo oltre 20.000 piccole imprese di gestione che occupano circa 120.000 persone e sostengono la sopravvivenza di altrettante famiglie.

È la denuncia che parte dalle Organizzazioni di categoria dei Gestori - Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio.

L’intenzione dei petrolieri è chiara: approfittare della confusione politica e della pesantissima crisi che ingessa il Paese, per regolare i conti con una intera categoria di lavoratori, consolidare le proprie rendite e scaricare sulla collettività il costo sociale di altri 120.000 disoccupati.

Tutto questo con la responsabilità diretta e colpevole del Governo che, nonostante 14 differenti sollecitazioni formali e appelli di ogni tipo, si è sistematicamente sottratto a qualsiasi tipo di confronto ed è inerte di fronte alla violazione delle leggi in vigore. Compresa quella recentissima del decreto liberalizzazioni, rimasta per l’essenziale lettera morta.

Un chiaro esempio è l’aggiramento della norma che avrebbe dovuto garantire la gratuità dei pagamenti con carte di credito e bancomat sia ai consumatori che ai gestori. Invece le banche pretendono il pagamento delle commissioni minacciando, in caso contrario, la “disdetta del servizio”. Ed anche su questo il Governo è muto non trovando il coraggio di fare un richiamo al sistema bancario.
Allo stesso modo, un segnale particolarmente evidente dello stato di crisi è dato dalla condizione specifica delle autostrade dove gestori e consumatori sono fatti oggetto di una vera e propria discriminazione sui prezzi, esclusi da ogni tipo di sconto, che sta condannando le imprese di gestione al fallimento e la stessa rete autostradale alla totale marginalizzazione.

Ai Gestori - conclude la nota di Faib, Fegica e Figisc/Anisa - i comportamenti di Governo e industria petrolifera non lasciano altra possibilità che adottare iniziative estreme di protesta e di difesa verso una aggressione gravissima, insopportabile e ingiustificata.

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