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VIDEO | Genova, "Con le bambole ci giocano le femmine": ma il piccolo Giovanni sa come rispondere

Il cortometraggio della scuola di cinema genovese ZuccherArte contro gli stereotipi

Immaginiamo il parco dell'Acquasola, una tranquilla giornata di fine estate, con genitori e bambini che giocano, e persone che cercano un rifugio tranquillo nel verde. Lì ci sono Giovanni, bambino di 6 anni, con sua madre. Giovanni spinge un passeggino, sopra c'è la sua amata bambola.

Il bambino si siede su una panchina, accanto a un signore che legge il giornale, e inizia a fare l'inventario per la sua bambola: il cappellino c'è, il biberon idem, il bavaglino l'ha portato anche se i pannolini li ha dimenticati a casa.

Il signore accanto a lui è un po' irritato, non capisce: inizia a parlargli di calcio, di moto, ma il bambino non sembra molto interessato, a lui piace giocare con la sua bambola. Alla fine, il suo 'vicino di panchina' non riesce proprio a trattenersi e gli dice: "Non hai capito, sono le femmine che giocano a fare le mamme".

"Forse sei tu che non hai capito - risponde il bambino con naturalezza - io sono il papà, non la mamma". E il signore accanto a lui non può che ricredersi.

È così - con un messaggio contro stereotipi e pregiudizi - che finisce "Giovanni", l'ultimo corto girato a Genova dalla scuola di cinema per ragazzi genovese ZuccherArte, scritto e diretto da Marco Di Gerlando e Ludovica Gibelli, con Alberto Beniscelli, Ludovica Gibelli e Mauro Pirovano: cinque minuti in cui un bambino, con una sola 

"Oggi dovremmo essere tutti un po' Giovanni - commenta Di Gerlando - è un cortometraggio che abbiamo realizzato, ispirato alla storia di Giovanni Colucci che è riuscito a cancellare, grazie a una sua fantastica risposta, secoli di pregiudizi e stereotipi".

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