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Domenica, 28 Aprile 2024

VIDEO | Posa della prima "pietra" della diga foranea

Dalla moto-draga Maria Vittoria, la gru riversa in mare la prima gettata di ghiaia della nuova diga foranea di Genova. Sono le 12.50 di giovedì 4 maggio e con questa posa simbolica della prima pietra si dà avvio al cantiere.

GenovaToday da una motovedetta della guardia costiera ha seguito in diretta la cerimonia a 500 metri circa dall'attuale diga, in linea d'aria di fronte alla Lanterna. La cerimonia ha avuto inizio alle 11 a Palazzo San Giorgio alla presenza del ministro Matteo Salvini insieme al viceministro delle infrastrutture e dei trasporti Edoardo Rixi. Tra le istituzioni locali presenti anche il presidente dell’Autorità Portuale Paolo Emilio Signorini, Pietro Salini, CEO Webuild, il presidente Giovanni Toti, il sindaco Marco Bucci e l’ammiraglio ispettore Sergio Liardo.

La costruzione dell'infrastruttura realizzata ad una profondità che arriverà in alcune parti fino a 50 metri, una delle maggiori mai sperimentate al mondo per una diga foranea. Lunga 6,2 km, ad una distanza dalle banchine del porto di 400 metri consentirà di avere un bacino di evoluzione per le manovre delle navi da 800 metri di diametro. L'obiettivo è arrivare alla fine dei lavori nel novembre del 2026. 

Politica e popolazione sono spaccate in due sull’utilità dell’opera e soprattutto sull’impatto della qualità della vita di cittadini e sul preservare l’ecosistema marino. Come ha evidenziato l'ingegnere ed esperto di porti Piero Silva le criticità sono numerose per un’opera di dimensioni mastodontiche che non ha precedenti, in particolare fanno paura i fondali argillosi a profondità dove rimane davvero difficile - per il professore - immaginare una possibile consolidazione della struttura. Senza pensare al possibile aumento del tasso di inquinamento conseguente all’aumento del traffico in porto.

Secondo le stime di Autorità Portuale la diga potrà essere realizzata con poco più di un miliardo, ed entro la fine del 2026. "Certo che ce la faremo, ce la metteremo tutta per ripetere quel miracolo che è stato fatto con il ponte San Giorgio", ha dichiarato Pietro Salini, Ceo di We Build, capofila del consorzio che costruirà la diga, ha definito il progetto di Genova un sogno. "Come ci siamo riusciti? Ce l'abbiamo messa tutta, ma non solo noi, tutti. Ognuno voleva contribuire a suo modo, anche i genovesi, semplici cittadini, che ogni mattina portavano il cappuccino agli operai".

"Siamo davanti - ha dichiarato Toti - ad una tappa fondamentale di un nuovo Risorgimento, che oltretutto prende il via negli stessi giorni di maggio che videro i Mille di Garibaldi partire dagli scogli di Quarto: un secondo Risorgimento che, partendo da Genova, può scuotere tutta l’economia italiana e portare benessere a tutto il Paese”.

“Il lavoro per arrivare a questo traguardo - continua il presidente della Regione Liguria - è stato lungo e faticoso, ma è la dimostrazione che in Italia le grandi opere si possono realizzare. In momenti come questo tutti dovrebbero essere orgogliosi di riconoscersi come genovesi, liguri e italiani: ogni polemica mi pare fuori luogo davanti ad un’opera che prova le capacità ingegneristiche e costruttive del nostro Paese, oltre a creare migliaia di posti di lavoro. Questa diga farà sì che la logistica del Nord Ovest italiano, una delle aree più produttive del continente, diventi davvero competitiva rispetto a quella del Nord Europa. Oggi celebriamo anche una politica che ha dimostrato di saper decidere e costruire; parafrasando quanto diceva Albert Einstein, ‘Chi pensa che qualcosa sia impossibile, dovrebbe evitare di disturbare chi ce la sta facendo’”. 

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