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Martedì, 30 Aprile 2024
Costume e società Granarolo

La cremagliera di Granarolo: perché si chiama così, storia e curiosità

Salendo a bordo della storica vettura rossa e sedendosi sugli antichi sedili in legno, si può raggiungere in soli dieci minuti il quartiere di Granarolo, punto panoramico della città

La nostra “Genova verticale, / vertigine, aria, scale” (come diceva il grande Giorgio Caproni) vanta un sistema di ascensori, funivie e ferrovie che permettono a cittadini e visitatori di raggiungere anche i luoghi più impervi. Le salite in città sono tante e di certo non guasta alleviarne alcune con l’aiuto di mezzi di trasporto, soprattutto se questi ultimi offrono anche qualche scorcio panoramico interessante. E, a seguito della proroga di AMT riguardo la gratuità di metropolitana e impianti verticali fino al dicembre 2022, anche i genovesi possono approfittare dell’occasione per provare mezzi nuovi ed esplorare zone della città diverse dal solito. È molto famosa la vista sulla città e sul mare che si incontra salendo per la funicolare Zecca-Righi, ma oggi vogliamo parlarvi della meno battuta cremagliera di Granarolo (che gli italiani hanno potuto apprezzare sul piccolo schermo nel 2021 grazie alla serie tv Rai "Blanca"): perché si chiama così e qual è la sua storia?

Spesso si confonde il termine funicolare con quello di ferrovia, pensando di poterli usare come sinonimi. In realtà, si tratta di due mezzi contraddistinti: la ferrovia è una modalità di trasporto terrestre “a guida vincolata”, possibile grazie all’utilizzo di una fune come organo di trazione, mentre la ferrovia è un sistema di trazione ferroviaria. La cremagliera di Granarolo è per la precisione una ferrovia a cremagliera, un particolare sistema di trazione ferroviaria adottato in caso di elevata pendenza del binario, con l’impiego di una rotaia dentata, appunto la “cremagliera”, che viene collocata parallela al binario. 

La ferrovia Principe-Granarolo, più comunemente chiamata Cremagliera di Granarolo, collega via del Lagaccio, vicina alla stazione di piazza Principe, al quartiere appunto di Granarolo. La Società Anonima Genovese per le ferrovie di Montagna ne ottenne la concessione nel 1896 e la costruzione nel 1898. La sua inaugurazione era prevista per l’anno seguente, il 1899, ma fu rimandata a causa di un grave incidente durante il collaudo che provocò la morte di alcuni tecnici. La sua storia fu fin da subito travagliata, ma la ferrovia venne poi inaugurata nel 1901, con un percorso lungo tre stazioni: Principe, Cambiaso e Granarolo. Oggi a queste fermate se ne sono aggiunte altre, ampliate e restaurate negli anni, che dal basso verso l’alto sono: salita San Rocco, Centurione, Bari, Cambiaso, Chiassaiuola, salita Granarolo, via Bianco e Granarolo. 

Le difficoltà proseguirono, dato che la società concessionaria nel 1902 fu costretta alla liquidazione, a causa della passività di bilancio. Dopo la gestione della ditta De Bernardi & C., si assunse la gestione della linea l’azionista Luigi Parodi, portandola avanti fino alla morte nel 1918. Nel 1922 venne riaperto l’impianto, che passò al Comune di Genova, ma nel 1929 si verificò un grave incidente, che portò all’ammodernamento della vettura da parte degli stabilimenti Piaggio. Nel 1935 la concessione passò all’UITE (Unione Italiana Tramways Elettrici), che nel 1964 venne ribattezzata AMT (Azienda Mobilità e Trasporti). Dopo numerosi interventi di consolidamento e restauro sia delle stazioni che delle due vetture, nel 2012 la linea riaprì sull’intero percorso, adeguandosi anche ai viaggiatori portatori di disabilità. Nel 2019 si stabilì un intervento di manutenzione alla vettura 2, ma il mezzo restò per due anni bloccato e accantonato in deposito, tornando in servizio solo nel gennaio del 2022. È stata approvata dalla giunta Regionale, durante lo scorso dicembre 2021, l’erogazione di 7,6 milioni per la messa in sicurezza dell’impianto, che comprende: lavori di ammodernamento sulla tratta Principe-Bari, installazione di un sistema di allarme e l’acquisto di una terza vettura.

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