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Tursi, un registro delle famiglie per sole coppie sposate: è polemica

La maggioranza di centrodestra propone l'adozione di un registro riservato a chi è sposato e vive con i figli. Associazioni sul piede di guerra: nel pomeriggio protesta a colpi di pentole e coperchi

«Non ci vogliono sentire? Allora invitiamo tutte e tutti ad essere in via Garibaldi con pentole e coperchi»: si preannuncia un pomeriggio “rumoroso”, quello di martedì 11 settembre in via Garibaldi. A confermarlo sono i membri di associazioni e comitati che hanno deciso di scendere in strada per protestare contro la decisione della maggioranza di centrodestra in Comune di presentare in consiglio la proposta di istituire un registro delle famiglie riservato a coppie sposate con convivano con i figli e con altri membri del nucleo familiare come i nonni.

«È d’uopo che il Comune - si legge nella proposta firmata dai consiglieri Mascia, Fontana, Costa, Campanella e De Benedictis - al fine di apprestare le adeguate forme di sostegno, si doti preliminarmente di un Registro delle Famiglie ove censire i nuclei familiari che annoverino figli residenti nel Comune di Genova, madri e/o padri uniti in matrimonio e con essi coabitanti ed altri ascendenti che siano presenti nel medesimo stato di famiglia e/o contribuiscano al loro mantenimento, alla loro educazione, alla loro istruzione ed alla loro assistenza morale».

In parole povere, un registro in cui inserire - almeno stando a quanto specificato - soltanto i nuclei familiari composti da madre e padre sposati e figli conviventi. Il che esclude che nell’eventuale registro possano essere inserite coppie conviventi, genitori separati o divorziati, unioni civili o coppie dello stesso sesso. Come ha fatto notare anche l’associazione Non una di meno, che insieme con una serie di altre associazioni ha convocato in concomitanza con il consiglio comunale una manifestazione ribattezzata “Cacerolada per tutte le famiglie“.

«Guarda cosa si inventano a Tursi: il registro delle famiglie del mulino bianco - ironizzano gli organizzatori della manifestazione - La giunta Bucci, con l'istituzione del registro delle famiglie fondate sul matrimonio e con figli conviventi, dichiara guerra ai/alle genovesi siano essi genitori single, residenti per lavoro in altre città, separati e divorziati, coppie dello stesso sesso, unioni civili, conviventi, vedove/i, single, migranti che chiedono ricongiungimento familiare: tutto lo spettro di relazioni che le persone scelgono di vivere oggi».

La protesta riguarda anche il momento in cui una proposta di questo genere viene portata all’attenzione del consiglio: «In un momento in cui Genova è divisa fisicamente e in cui sta dimostrando il desiderio e la capacità di ricucirsi, il Comune prova a operare una separazione sociale controproducente per tutti i cittadini e le cittadine, per una operazione di propaganda pericolosamente discriminatoria». Il fatto che diverse associazioni - da Non una di meno al Coordinamento Liguria Rainbow - abbiamo chiesto di essere ascoltate formalmente ricevendo un rifiuto ha ulteriormente esacerbato gli animi.

L’appuntamento per chi aderisce alla manifestazione è dunque per le 15 in via Garibaldi, nell’orario in cui presumibilmente la proposta dovrebbe venire discussa in Sala Rossa. E in città iniziano ad arrivare le prime reazioni, con il Municipio Ponente e il Medio Ponente che si preparano a prendere le distanze nel caso in cui l’istituzione del registro delle famiglie venisse approvato, proprio come è accaduto in occasione del mancato patrocinio al Liguria Pride: «Si è persa un’occasione per organizzare audizioni dove approfondire i temi delle famiglie - è il commento di Filippo Bruzzone, consigliere di A Sinistra nel Municipio Ponente e primo promotore della “replica” del Municipio al no al Liguria Pride - per proporre davvero qualcosa di utile, per tutte e tutti, senza escludere nessuno».

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