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Cronaca

Sanità pubblica, botta e risposta tra Regione e sindacati: "Operatori lavorano in condizioni proibitive"

Continuano le polemiche dopo la manifestazione di ieri in centro, ed è botta e risposta sui dati della sanità ligure

È botta e risposta tra sindacati, Regione e opposizione sul tema della sanità pubblica. Non si placano infatti le polemiche dopo il corteo di ieri, giovedì 15 giugno, che ha segnato la prima di una serie di manifestazioni promosse dalla Cgil e a cui hanno aderito diverse realtà cittadine. Al centro della protesta, i gravi disagi subiti da cittadini e operatori nei pronto soccorso liguri tra attese estenuanti per i pazienti e picchi di affluenza ingestibili che mettono in difficoltà gli operatori. E l'esasperazione, sempre più spesso, che sfocia in aggressioni.

A scendere in piazza, insieme a operatori e sindacati, anche diversi membri delle forze politiche di opposizione, tra cui i consiglieri regionali Pd Armando Sanna e Pippo Rossetti che hanno parlato di pessimo stato di salute in cui versa la sanità ligure: "Curarsi in Liguria è sempre più difficile e lo confermano i numeri: le fughe dalla Regione per curarsi sono costate alla Liguria 488milioni negli ultimi 10 anni, il dato peggiore del Nord Italia" ha sottolineato Rossetti, mentre l'assessore alla Sanità Angelo Gratarola ha parlato di strumentalizzazioni rispetto ai numeri forniti dalla Cgil in manifestazione e dalla minoranza in consiglio.

La Regione sottolinea che i tempi di permanenza nel pronto soccorso siano diversi dai tempi di attesa: "La permanenza viene stimata a partire da quando il paziente viene preso in carico fino alle sue dimissioni o ricovero. Durante il periodo di permanenza il paziente è in cura all’interno del pronto soccorso. In questo senso, nell'anno in corso, i tempi di permanenza media complessiva in Liguria sono pari a 5 ore e 49 minuti, tempistica che rispetta abbondantemente le linee guida ministeriali che prevedono dimissioni entro 8 ore. Il dato della sola area metropolitana genovese sui tempi di permanenza del 2022, citato dalla Cgil, è pari a 6 ore e 41 minuti e non oltre le 10 ore come sostiene il sindacato". La giunta in particolare punta il dito su chi si reca impropriamente al pronto soccorso, risultato di una sanità territoriale che ha scarsa capacità di assorbimento: "Per questo motivo - sottolinea Gratarola - è oggetto di un potenziamento grazie alla Missione 6 del Pnrr con cospicui investimenti in ospedali e Case di Comunità".

In merito alle liste d’attesa, Regione Liguria rende noto che il totale degli interventi di recupero di prestazioni ambulatoriali e di diagnostica non erogate a causa della pandemia e interventi per l'abbattimento delle liste d’attesa effettuati nel 2022, anche attraverso i fondi di cui alla Legge n.231 del 30 dicembre 2022, è superiore, rispetto al 2020, di 39.844.469 euro per quanto riguarda i ricoveri per interventi chirurgici in elezione e di 65.824.179 euro per quanto riguarda la specialistica ambulatoriale erogate tramite ricetta del Servizio Sanitario Nazionale. Nello specifico, per quanto riguarda l'endoscopia diagnostica, si è passati dall'erogazione (tramite ricetta Ssn, quindi offerta a Cup) di 19mila prestazioni nel 2020, a 25mila nel 2021 e 27mila nel 2022. 

Ma la Cgil replica: "Le disfunzioni del sistema sanitario ligure sono oggetto delle cronache quotidiane, degli studi di altre organizzazioni sindacali, di associazioni specializzate: non si tratta di strumentalizzazione, ma di sollevare questioni e temi che vanno affrontati. Condividiamo con l’Assessore, perché ne abbiamo discusso più volte, come i pronto soccorso siano diventati imbuti dove arrivano tutti coloro che non riescono a curarsi nel territorio. A questo punto ci si pone una domanda: chi ha la responsabilità e chi deve intervenire sulle disfunzioni sanitarie? La domanda è retorica e noi siamo disponibili a un confronto per risolvere i problemi. I dati distribuiti in manifestazione sono stati resi disponibili dalle aziende sanitarie locali e da quelle ospedaliere. Se questi dati sono diversi da quelli che ha la Regione è opportuno che l’assessore ci convochi e si faccia chiarezza".

Per il sindacato il nodo è quello della sanità territoriale: per snellire l'afflusso nei pronto soccorso, insomma, occorre una risposta adeguata sul territorio.

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