Incendio Borzoli, la conferma del Ris: fu innescato da esplosivi della seconda guerra mondiale
L'appello dei carabinieri forestali: sul territorio ci sono probabilmente ancora molti depositi di residuati bellici abbandonati in luoghi sconosciuti, ancora pericolosi. È importante segnalare qualunque oggetto sospetto venga ritrovato, senza toccarlo
Circa un anno fa, il 14 luglio 2022, si era verificato sulle alture dietro Borzoli, un vasto incendio boschivo che aveva divorato circa 26 ettari.
I carabinieri forestali giunti sul posto avevano identificato l’area d’innesco nei pressi di un sentiero: qui erano stati ritrovati, seppelliti sotto le rocce, resti di tela e due moschetti arrugginiti modello 91/38 da cavalleria, in uso alle forze armate italiane fino a dopo la seconda guerra mondiale.
La prima ipotesi era quindi che l’incendio fosse stato causato dalla spontanea accensione di questi esplosivi, viste le alte temperature del periodo: ipotesi confortata anche dalle testimonianze di persone del posto, che avevano riportato di aver visto una vera e propria fontana di fuoco e un botto prima dell’insorgere delle fiamme.
Le indagini tecnico-scientifiche condotte dal Ris di Parma hanno ora confermato la tesi: sono infatti state trovate, sui materiali raccolti dai forestali, tracce di esplosivi riconducibili all’epoca dell’ultimo conflitto mondiale.
L’indagine ha assunto, quindi, un risvolto più di carattere storico che giudiziario, stimando, l’epoca di abbandono di tali materiali, ormai molto lontana nel tempo.
A questo proposito i carabinieri forestali ricordano che sul territorio ci sono probabilmente ancora molti depositi di residuati bellici abbandonati in luoghi sconosciuti. Questi, nonostante il lungo periodo trascorso dal loro abbandono, possono ancora essere pericolosi e letali.
È quindi importante segnalare tempestivamente alle autorità qualunque oggetto sospetto venga ritrovato, evidenziando la sua posizione (ad esempio con segni su alberi o rocce) per il successivo rintraccio, senza toccarlo o spostarlo.
