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Cronaca Marassi / Corso Alessandro de Stefanis

Detenuto sale sul tetto del carcere e lancia oggetti in strada

La polizia locale ha istituito una deviazione all'altezza di via del Mirto. Sul posto anche i carabinieri

È salito sul tetto del carcere di Marassi e ha iniziato a lanciare pietre in strada. Pronto intervento, nel pomeriggio di venerdì 1 settembre, della polizia locale, che ha chiuso corso de Stefanis con due pattuglie sul posto, che hanno indirizzato gli automobilisti verso la deviazione all'altezza di via del Mirto.

VIDEO | Tensione a Marassi, detenuto sale sul tetto

In supporto agli agenti della polizia penitenziaria sono intervenuti anche i carabinieri per gestire la tensione nella struttura e i vigili del fuoco, nel caso l'uomo si lanciasse nel vuoto.

FOTO | Detenuto sale sul tetto del carcere di Marassi

Il gesto del detenuto non sembra legato alla protesta della scorsa settimana. Gli altri ospiti della struttura hanno assistito alla scena dalle finestre, chi incitando l'uomo a buttarsi, chi a rientrare, chi inneggiando a rivoluzione e libertà. Poi è entrata in azione una psicologa dei vigili del fuoco.

Il detenuto ha chiesto una bottiglia d'acqua, che gli è stata consegnata. Quindi ha chiesto di poter avere una sigaretta e anche questo suo desiderio è stato esaudito. Intorno alle 16 l'uomo è stato prima disarmato, visto che aveva in mano una sorta di spranga, bloccato e riportato di sotto.

Il Sappe: "Situazione sotto controllo nel carcere di Marassi"

"Nel carcere di Marassi non è in atto alcuna rivolta". Così Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe) circa alcune notizie di stampa, che riferivano di una rivolta in carcere a Marassi.

"C'è stata - precisa Capece -, ma ora è rientrata, la folle protesta di un detenuto, che, solo, è salito sul tetto di un edificio carcerario e lancia oggetti verso corso De Stefanis. La situazione è sotto controllo e la polizia penitenziaria ha fatto di tutto per far tornare la ragione all'uomo, uno straniero, con una preziosa e fondamentale opera di mediazione, che si è rivelata risolutiva".

"La situazione interna a Marassi - prosegue il sindacalista - risente indubbiamente dei ritardi legati ancora alla mancata distribuzione dei generi alimentari del 'sopravvitto', indipendenti dalla volontà della polizia penitenziaria, ma piuttosto di responsabilità dei burocrati, che non indossano la nostra divisa. Per fortuna, buona parte dei detenuti di Marassi ha dimostrato e dimostra un senso di responsabilità maggiore di chi diffonde notizie false e tendenziose".

Non sono chiare le ragioni che hanno indotto il detenuto a salire sul tetto e a protestare. "Questi sono i regali del Provveditorato regionale di Torino - denuncia il segretario ligure del Sappe, Vincenzo Tristaino -. Stiamo parlando di un detenuto sfollato dal Piemonte e mandato nella discarica ligure dall'ufficio detenuti del Provveditorato. Sono anni che denunciamo come la Liguria sia straziata da questa politica. Ci stanno davvero affossando. Non è possibile che nessuno paghi".

Per questo, la segreteria regionale della Liguria del Sappe auspica che venga presto calendarizzata e messa in votazione l'ordine del giorno di Fratelli d'Italia in Regione Liguria (a firma del capogruppo Stefano Balleari) con cui si impegnano il presidente e la giunta a intraprendere tutte le azioni e le interlocuzioni necessarie, nelle sedi istituzionali che riterrà più consone e opportune, affinché la Liguria possa tornare a ospitare la sede del Provveditorato per l'Amministrazione Penitenziaria, al fine di porre prontamente rimedio alle continue e numerose problematicità, che stanno quotidianamente emergendo negli Istituti di pena regionali.

Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, "quanto sta avvenendo a Marassi è inaccettabile! E siamo sconcertati dall'assenza di provvedimenti in merito contro chi si rende responsabile di queste inaccettabili violenze, determinando quasi un effetto emulazione per gli altri ristretti violenti. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse e i tentati suicidi, sono purtroppo all'ordine del giorno".

Per il leader del Sappe, "va bene l'ipotesi di configurare come aggravante l'aver posto in essere atti finalizzati ad alterare l'ordine e la sicurezza durante la carcerazione, come ha annunciato il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, ma io credo si debba andare oltre, destinando carceri dismesse come l'Asinara e Pianosa per contenere quei ristretti, che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione. Quel che sta accadendo nella casa circondariale di Marassi testimonia una volta di più l'ingovernabilità delle carceri regionali e la strafottenza e l'arroganza di una parte di popolazione detenuta violenza, che anche in carcere continua a delinquere, ad alterare l'ordine e la sicurezza, evidentemente certa dell'impunità".

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