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Delitto freccia, Scalco chiede sconto di pena e la famiglia della vittima si costituisce parte civile

É iniziato il processo per l’artigiano Evaristo Scalco che uccise con una freccia il muratore Javier Miranda con una freccia

La risposta arriverà giovedì: può accedere al rito abbreviato e, dunque, avere un terzo della pena? Lo chiede, tramite i suoi legali, Evaristo Scalco, non presente ieri in aula nell'udienza preliminare del processo a suo carico.

Il maestro d'ascia, originario di Varese, lo scorso novembre ha ucciso con una freccia scoccata dalla finestra di casa sua nei vicoli di Genova, l'imprenditore edile Javier Miranda al culmine di un diverbio. 

A formulare la richiesta, necessaria per lo sconto di pena, i due avvocati Jacopo Pensa e Federico Papa, che hanno parlato di fronte al giudice Alberto Lippini.

La pm Arianna Ciavattini aveva contestato all'artigiano l'omicidio aggravato dai futili motivi e dall’odio razziale, reato che prevede l’ergastolo. Soltanto nel caso l’aggravante dei futili motivi dovesse cadere durante il futuro processo, lo sconto potrebbe essere nuovamente richiesto. 

Nella notte tra il primo e il 2 novembre, Scalco aveva colpito con una freccia Miranda che tornava da festeggiare con un amico la nascita del secondo figlio. Secondo un testimone, prima di scagliare il dardo il maestro d'ascia, che si trova ora agli arresti domiciliari, avrebbe gridato "stranieri di merda". Poi sarebbe sceso in strada per cercare di estrarre il dardo dalla pancia della vittima. L'assassino ha ribadito, tramite i suoi legali, di non essere razzista: avrebbe agito perché disturbato nel sonno dai due che passavano sotto le sue finestre.

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