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Cronaca Cornigliano

Corteo lavoratori ex Ilva: "Ferie sospese, cassa integrazione e impianti vetusti"

I lavoratori di Acciaierie d'Italia sono scesi in piazza per protestare contro la mancanza di un piano di rilancio industriale e produttivo. Via Cornigliano è stata bloccata in entrambe le direzioni e poi riaperta per le 9,50

Appuntamento sotto lo stabilimento di Acciaierie d'Italia dopo l'assemblea in portineria, e poi via al corteo: così oggi, lunedì 29 maggio, i lavoratori ex Ilva sono scesi in piazza per protestare contro la mancanza di un piano di rilancio industriale e produttivo, contro lo stop alle ferie e l'aumento della cassa integrazione.

Via Cornigliano - all'altezza di via San Giovanni d'Acri - verso le 9,20 è stata bloccata in entrambe le direzioni e poi riaperta per le 9,50. Per strada, gli operai con l'ormai iconico striscione "Che l'inse", tra fumogeni e bandiere di Fiom, Fim, Uilm e Usb. Alle 10,30 la protesta è rientrata in fabbrica, spostandosi sotto la direzione, dove dovrebbe essere ricevuta una delegazione dei lavoratori.

Fiom: "Gli impianti non vanno, mancano i ricambi"

 "Vogliamo dare un segnale - spiega il coordinatore della rsu per la Fiom, Armando Palombo - la trattativa tra Stato e ArcelorMittal è incagliata: leggiamo tante cose, ma non registriamo nessun cambiamento. Per noi, il tempo delle scelte è registrare che gli impianti non vanno, mancano i ricambi. In più, dalla scorsa settimana, sono state sospese le ferie e c'è stata un'impennata della cassa integrazione, senza nessun motivo".

"In un incontro con la direzione del personale solo pochi giorni fa - comunica la rsu di Acciaierie d'Italia Genova - ci era stata comunicata la ripartenza dell’Afo2 a Taranto e che ciò avrebbe previsto, secondo logica, una progressiva ripartenza degli impianti a valle e un miglioramento, già in atto nel mese di aprile, dell’incidenza della cassa integrazione, e la positiva e condivisa gestione della cassa integrazione nell’ottica dell’accordo di aprile".

Fim Cisl: "Servono urgenti investimenti strutturali"

"A oggi non sappiamo come vengono impiegati gli ulteriori soldi messi dal governo mentre la situazione negli stabilimenti, compreso quello di Genova, è difficilissima: servono investimenti strutturali resi urgenti dalla mancanza che c’è stata in questi anni senza interventi di manutenzione ordinari, straordinari e tutta la parte di potenziamento delle linee e dei reparti. Per noi bisogna andare nella direzione di aumentare la produzione dichiarata dall’azienda in 4 milioni di tonnellate per il 2023 e 5 milioni di tonnellate nel 2024 e migliorare la qualità dei prodotti, migliorando la sicurezza e l’ambiente ed essere così in grado di aggredire il mercato nazionale e internazionale, che ha conosciuto recentemente picchi altissimi di richiesta", spiega in una nota il segretario generale Fim Cisl Liguria Christian Venzano.

"La manifestazione di oggi a Genova evidenzia l’ennesima situazione dove non è stato rispettato un accordo dall’azienda e questa volta è quello della cassa recentemente firmata, dove registriamo l’ennesima provocazione dell’azienda che vorrebbe annullare le ferie estive dei lavoratori tramutandole in Cigs e non possono neanche nascondersi dietro alla scusa che non è stata firmata, vogliamo il rispetto dell’accordo e il mantenimento delle ferie estive programmate dai dipendenti per questo vogliamo un incontro con l’azienda" conclude Venzano.

Cos'è cambiato negli ultimi giorni

Da qualche giorno, però, non è più così e la situazione sembra aggravarsi: "La cassa integrazione è iniziata a levitare, anche in quei reparti come la manutenzione, che sono indispensabili per gestire l’attività degli impianti in questa cronica carenza di ricambi e manutenzioni. Di fatto mentre gli impianti cadono a pezzi, la poca manutenzione viene pagata con i soldi risparmiati attraverso le nostre casse integrazioni. Le fermate degli impianti in attesa di ricambi, si stanno moltiplicando di giorno in giorno. Gravando sui nostri salari e sulla nostra sicurezza".

Il 26 maggio una nuova "doccia fredda" per i lavoratori: "L’azienda - fanno sapere tramite la Rsu - comunica che le ferie estive sono sospese fino a nuovo ordine. Chiediamo chiarezza e un metodo chiaro di comunicazione. Alcuni lavoratori hanno anche visto l’accesso negato per giorni di cassa integrazione non comunicati, e gli impianti continuano a essere fermi in attesa di pezzi di ricambio e materiale da lavorare, generando altra cassa integrazione".

Insomma, i lavoratori chiedono scelte precise per non danneggiare la loro sicurezza, i loro salari e le famiglie. Se già il 26 avevano scioperato e manifestato sotto la direzione dello stabilimento, senza ricevere risposte, oggi la protesta riparte.

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