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Cronaca

Povertà, aumentano le persone che finiscono per strada

"Siamo a livelli di guardia", denunciano i sacerdoti nel tradizionale incontro di fine anno con la stampa. C'è poi la questione della manodopera straniera. Un esempio per tutti, la Fincantieri di Riva Trigoso

Venerdì 22 dicembre nel salone dell'Episcopio, monsignor Marco Tasca e i vicari episcopali hanno incontrato i giornalisti delle testate e delle tv locali per il consueto appuntamento di fine anno. L'arcivescovo e i vicari hanno dialogato con la stampa e hanno risposto a domande, che hanno toccato diversi temi.

Tra questi, il ruolo della chiesa nel mondo odierno, la situazione occupazionale a Genova, la povertà sempre più crescente, l'educazione dei giovani, il cammino sinodale diocesano, il calo demografico, la violenza di genere e le nuove strategie educative da mettere in campo, la diminuzione del clero e il ruolo dei sacerdoti chiamati a governare più parrocchie.

"Abbiamo suonato il campanello di allarme sull'aumento delle persone per strada - ha detto uno dei sacerdoti intervenuti -. Quest'anno, per mettere tutti sotto un tetto avremmo bisogno di almeno 150 letti. Una buona metà sono in strutture ecclesiali della Caritas e delle parrocchie, dove ormai si iniziano a organizzare posti letto. Ci sono anche tensioni, come al centro di Banchi, dove al mattino vengono servite le colazioni e dove in due casi sono state chiamate le forze dell'ordine per gestire la situazione".

C'è poi la questione della manodopera straniera. Un esempio per tutti, la Fincantieri di Riva Trigoso. "Quando il cantiere apre e chiude - ha spiegato uno dei membri del collegio episcopale - sembra un piccolo Bangladesh perché di fatto tutte le attività sono subappaltate a ditte che hanno quasi esclusivamente manodopera di questa provenienza asiatica".

"All'ora di pranzo - conclude - questi lavoratori escono a mangiare, non so se perché non hanno accesso alla mensa interna o se perché le condizioni economiche non glielo permettono, e stazionano a centinaia per un'ora intorno al cantiere, mangiando seduti sui marciapiedi o sulle panchine. Quando vanno via c'è un tappeto di bottiglie di birre che dovreste vedere. Sono realtà nuove che ci si pongono davanti e per le quali forse non abbiamo acceso la dovuta attenzione".

Il messaggio di auguri dell'arcivescovo

"In questo anno abbiamo ricordato gli 800 anni del presepe di Greccio e in quell'occasione San Francesco d'Assisi volle poter ricordare come Gesù si è fatto uomo". Con queste parole ha esordito l'arcivescovo nel tradizionale messaggio di auguri alla diocesi e alla città per il Natale.

"Gesù nasce e si è incarnato in questo mondo, ha voluto nascere in questo mondo e questo deve essere motivo di fiducia nelle difficoltà che quotidianamente si presentano. Il mio augurio - ha concluso - è che questo Natale sia un momento da vivere insieme, da condividere anche con chi è in difficoltà, anche con i fragili e con i più deboli".

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