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Assotrattenimento: "La ludopatia non si combatte con l'espulsione del gioco legale dal territorio"

"Quando i consiglieri regionali Rossetti e Ioculano - dice il responsabile As.tro Liguria - dichiarano che il fatturato dell’azzardo in Liguria è di circa 2 miliardi di euro, si riferiscono, in realtà, all’importo complessivo delle somme puntate dai giocatori (pari a 1,8 miliardi), dalle quali però, per ottenere il ricavo lordo della filiera (il fatturato), è necessario sottrarre l’importo complessivo delle vincite"

As.tro - associazione che rappresenta gli operatori del gioco lecito - si scaglia contro le parole dei consiglieri dem sul gioco d'azzardo: sia quelle di Pippo Rossetti ed Enrico Ioculano in Regione, sia quelle di Cristina Lodi in Comune.

"Quando i due consiglieri regionali - dice il responsabile As.tro Liguria Massimo Della Seta - dichiarano che il fatturato dell’azzardo in Liguria è di circa 2 miliardi di euro, si riferiscono, in realtà, all’importo complessivo delle somme puntate dai giocatori (pari a 1,8 miliardi), dalle quali però, per ottenere il ricavo lordo della filiera (il fatturato), è necessario sottrarre l’importo complessivo delle vincite. È infatti tale differenza ad indicare la spesa sostenuta dai giocatori e quindi il ricavo lordo della filiera". Secondo i dati forniti dall'associazione, il ricavo lordo degli operatori, riconducibile a tutte le tipologie di gioco terrestre (slot, videolottery, gratta e vinci, bingo, scommesse sportive, scommesse ippiche, lotterie istantanee, Eurojackpot, Lotto, Superenalotto, lotterie tradizionali, scommesse virtuali, Winforlife, e altri), sarebbe pari a circa 455 milioni di euro e non 2 milioni, cambiando di conseguenza anche le spese pro capite.

"Appare inoltre sorprendente - dice ancora l'associazione - il contenuto dell’interrogazione proposta dalla consigliera comunale di Genova, Cristina Lodi, con riguardo alle promozioni commerciali proposte da una sala bingo per la somministrazione di alimenti e bevande. A meno che tali promozioni siano presentate con messaggi il cui contenuto sia chiaramente finalizzato all’induzione al gioco, non si comprende come l’amministrazione comunale possa intervenire sulla politica dei prezzi di cibi e bevande applicati da un’attività commerciale regolarmente autorizzata".

Insomma per As.tro la battaglia di prevenzione della ludopatia "continua ad essere condotta sulla base dell'idea di fondo, dimostratasi storicamente errata, secondo cui la soluzione del problema risieda tutta nell'espulsione del gioco legale dal territorio. È questa idea di fondo, che si inserisce nella storica dicotomia proibizionismo/antiproibizionismo, a ridurre la battaglia per la prevenzione della ludopatia al rango di una qualsiasi schermaglia politica, in cui chiunque si sente legittimato ad intervenire anche con le più eccentriche proposte. Tutto questo a scapito della serietà con cui dovrebbe essere analizzato il fenomeno della dipendenza da gioco e dovrebbero essere elaborate le proposte per prevenirlo che, di certo, non possono consistere nell’imposizione comunale dei prezzi per la colazione nei bar delle sale bingo o delle sale giochi".

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