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Omicidio Nada Cella, salta fuori un altro vocale intimidatorio dell'indagata alla criminologa: “Qui hanno il fucile"

Annalucia Cecere, indagata per l’omicidio avvenuto 25 anni fa a Chiavari, ha inviato alla criminologa Antonella Pesce Delfino audio con minacce e insulti

Per dare una spinta al destino la criminologa Antonella Pesce Delfino, nel luglio del 2019, decide di salire su un'auto, insieme alla dottoressa Sabrina Santamato e a un ex giornalista del SecoloXIX, diretta verso la casa di Annalucia Cecere, oggi indagata per l'omicidio di Nada Cella.

All'incontro Pesce Delfino, anche psicologa, si presenta come una ricercatrice incaricata di uno studio sull’abbandono scolastico dei docenti. "La Cecere - spiega la criminologa a Genova Today - nella sua vita ha insegnato tre mesi e poi è stata destituita con un provvedimento disciplinare". Il colloquio avviene nel giardino di casa sua a Cuneo.

"Quando sono andata a conoscerla non vedevo la luce in fondo al tunnel - ricorda Pesce Delfino, che ha fatto riaprire il caso dopo 25 anni - io l'avevo già individuata ma mi sembrava doveroso vederla di persona; ho pensato 'magari mi sono sbagliata' oppure 'ci mettiamo a parlare e mi racconta tutto', di sicuro non potevo entrare nel discorso a gamba tesa".

Ma basta un riferimento al suo passato a Chiavari e alle sue frequentazioni, a far cambiare atteggiamento alla Cecere che da quel giorno inizia a mandare vocali alla criminologa. Una corrispondenza, che durerà un mese a suon di insulti e minacce unidirezionali, e che è stata aggiunta agli atti della nuova indagine. 

"Non farti mai più vedere né senire, non mi vedrai mai più, soprattutto non cercarmi perchè qua hanno il fucile, i parenti di mio marito", è l'ultimo audio saltato fuori in cui la Cecere minaccia Pesce Delfino. "Che cosa sei venuta a fare a casa mia? Chi ti manda? Su cosa stai indagando?", domanda la donna alla criminologa. "Se ti ripresenti qua il mio cane ti spappola viva", sono le parole, sempre più crude, ascoltate in un altro audio.

"È stata un'indagine rocambolesca da tutti i punti di vista - commenta Antonella Pesce Delfino - nel 2019 vado da Anna e succede questo 'patatrac' degli audio, io avevo già letto gran parte dei verbali, fatto una relazione consegnata a Cozzi a inizio 2019, e questo elemento nuovo degli audio non era ancora sufficiente per la riapertura del caso; allora faccio richiesta per prendere tutti i fascicoli che c'erano in Procura a Genova, servono tre mesi per rimetterli tutti in unico Dvd e me lo mandano a Bari (dove la criminologa vive e lavora), perchè nel frattempo era scoppiato il covid, e ricomincio a leggere tutto perchè in effetti nei verbali che avevo mancavano alcune parti". Dodicimila pagine, in tutto.

È in un terzo dei documenti in più che Pesce Delfino trova il cosiddetto 'verbale dei 5 bottoni', siamo a luglio 2020, la criminologa richiama la Squadra Mobile di Genova e l'indagine riparte. "È stato come lo sgambetto del destino, il passato è ritornato improvvisamente per vie del tutto casuali a voler dire la sua", commenta Antonella Pesce Delfino. "Molti si sono identificati in una sorta di rivalsa, per una serie di elementi: l'ingiustizia per Nada, la casualità dell'indagine, l'essere stata così rocambolesca o anche il fatto che una perfetta sconosciuta arrivi a fare gol". La determinazione della studiosa è sempre stata alimentata dal rapporto con la madre della vittima: "Silvana è una persona eccezionale, quando la conosci non puoi voltarti dall'altra parte".

Ora manca solo un tassello, quello della scienza che un quarto di secolo dopo può dare delle risposte cercando nei posti giusti: "Non solo i bottoni ma anche i vestiti di Nada, la sedia, la tappezzeria, le tracce ematiche, per fortuna era tutto ben conservato nella sezione Crimini Insoluti della Scientifica di Roma".

"Io sono fiduciosa a livello scientifico - conclude Pesce Delfino - ci sono delle nuove tecniche più fini che potrebbero dare più risultati, vanno rifatte molte campionature, e soprattutto si può eseguire il test del Dna mitocondriale: un altro grande aiuto per avere contezza dei fatti".

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