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Sampdoria-Genoa, Ferrara: vincere la paura; Delneri: non chiamatelo derby dei poveri

Se è vero che il derby a Genova è una partita che vale una stagione, questa considerazione è ancora più vera in questo momento. Samp e Genoa sono due squadre a corto di risultati e col morale sotto i tacchi

Genova - Il momento è di quelli delicati. Se è vero che il derby a Genova è una partita che vale una stagione, questa considerazione è ancora più vera in questo momento. Samp e Genoa sono due squadre a corto di risultati e col morale sotto i tacchi. Sette sconfitte consecutive per Ferrara (Napoli, Chievo, Parma, Cagliari, Inter, Atalanta e Palermo) e quattro per Delneri (Milan, Fiorentina, Siena e Napoli), vincere il derby in questo momento significa portare a casa punti pesanti e salvare la panchina.

I due tecnici, entrambi alle prese con diversi acciaccati, manterranno fino a domenica 18 novembre 2012 come da tradizione il massimo riserbo sulle formazioni e, se sarà possibile, siamo certi tireranno fuori il colpo a sorpresa all'ultimo minuto.

Intanto la società blucerchiata è tornata a confermare la fiducia all'attuale tecnico. «So della stima della società, ma ovviamente in questo momento ho altri pensieri - spiega Ferrara -. Devo cercare di entrare nella testa dei ragazzi nel modo giusto perché fin qui, evidentemente, non ci sono riuscito. So che loro stanno facendo quello che possono, anche se i risultati ci stanno dando torto».

L'ex difensore della nazionale non si dà per vinto. «Le responsabilità sono del sottoscritto - prosegue l'allenatore blucerchiato -. Sono io che devo trovare la chiave giusta. Dimissioni? Non è il gesto da fare secondo me, non rientra nel mio carattere. Devo cercare di risolvere i problemi e non abbandonare la nave».

Più che sugli schemi, l'allenatore doriano dovrà rivitalizzare la squadra dal punto di vista psicologico. «Credo che l'aspetto della paura sia importante e dobbiamo trovare la maniera per venirne fuori - conclude Ferrara -. Il timore ti blocca continuamente, nelle idee, nella corsa, nella lucidità e nella spensieratezza dei movimenti. Ma il modo giusto non è andare nello spogliatoio e dire ai ragazzi di non averne».

Sul fronte rossoblù non sorride nemmeno Delneri. Ma l'ex tecnico clivense, nonostante i quattro gol incassati dal Napoli, ha visto segnali positivi dai suoi. «Sarebbe già stato difficile spiegare il 3-2 - ha sottolineato il tecnico rossoblù -, oggi comunque ho visto il mio Genoa sulla strada giusta. La squadra sta cambiando atteggiamento pur facendo ancora degli errori. In alcuni casi poi, come per Antonelli e Bertolacci, abbiamo pagato il retaggio fisico del passato. Però se manteniamo questa mentalità posso dire che arriveranno delle soddisfazioni. Stiamo lavorando su questo e credo che con un atteggiamento più sereno avremmo potuto portare a casa il risultato».

Il Genoa è uscito dal campo fra gli applausi del suo pubblico, da sempre il dodicesimo uomo in campo. «L'autostima per noi è arrivata dal pubblico - prosegue Delneri -, da quell'applauso finale, posso dire che abbiamo cominciato il lavoro. Questa squadra è viva e domenica sarà un derby importante sia per noi che per loro. Cercheremo di giocarlo al massimo ma non chiamatelo derby dei poveri, sarà un derby emozionante».

Quello che ci auguriamo è di vedere più calcio che calci.

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