Le ripartenze. Concetto sentito e usato da più parti e che in questo primo avvio di stagione sembra essere il male della Sampdoria.

Gran parte dei gol subiti tra le mura amiche derivano da questo concetto semplice di gioco: tutta la squadra dietro la linea della palla, intasamento degli spazi, pressing, recupero palla e contropiede veloce, possibilmente allargando sulle fasce cercando poi il pivot centrale.

Il compassato gioco blucerchiato visto fin’ora presta il fianco a queste soluzioni per la squadra avversaria di turno, con il conseguente film ogni benedetta domenica; i blucerchiati, è un dato di fatto, se non trovano subito la via del gol vanno sistematicamente in difficoltà.

Non è una questione di moduli ma di mentalità e caratteristiche specifiche della rosa, il solo Foggia e a tratti Semioli e Bertani, sono in grado di dare quel pizzico di imprevedibilità in più per sparigliare le carte avversarie, per il resto è notte fonda, squadra lenta e noiosa che si limita al compitino.

Come rimediare? Difficile trovare una soluzione sotto forma di bacchetta magica. Scontato sarà almeno il cercare una manovra più rapida, un maggiore movimento senza palla, un pressing più convinto. L’allenatore nonostante i continui cambiamenti sembra finalmente aver trovato nella sua testa l’undici base, un modello sul quale lavorare e insistere per garantire stabilità e gerarchie precise, come da lui stesso dichiarato nei giorni scorsi.

Le altre pretendenti volano, la squadra non sembra ancora in grado di ammazzare il campionato come da pronostici, fa una fatica inaudita a fare gioco, ma ha il dovere di restare nel mucchio fino alla fine per poi giocarsi le proprie carte, dopotutto nonostante i problemi la zona promozione non è un miraggio, con uno scatto la Samp potrebbe lasciare tutti sul posto.