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Genoa-Siena, Beretta: squalifica campo non basta

Il presidente della Lega promette tolleranza zero dopo i fatti del Ferraris. Dello stesso avviso il presidente della Figc, Giancarlo Abete: «Non è pensabile che il mondo del calcio ceda a un ricatto»

Genova - La contestazione dei tifosi del Genoa durante la partita contro il Siena, giocata a Marassi domenica 22 aprile 2012, sta creando una forte eco. C'è il rischio concreto che la società rossoblù riceva una sanzione esemplare per lo stop di 40 minuti alla gara con lancio di fumogeni in campo da parte di alcuni ultras e ricatto ai giocatori, costretti a sfilarsi la maglia.

«Sarebbe molto importante dimostrare che chi si macchia di colpe del genere, sia chiamato a rispondere in maniera molto pesante e molto diretta. Intanto bisogna applicare con la massima severità tutte le norme esistenti. Non è sufficiente squalificare il campo, bisogna riuscire a fermare questi facinorosi che creano un danno al calcio, al Genoa e all'immagine di questo mondo». È il giudizio severo del presidente della Lega Maurizio Beretta ai microfoni di Raisport.

Non è da meno il presidente della Figc, Giancarlo Abete. «Non è pensabile che il mondo del calcio ceda a un ricatto davanti a soggetti identificabili e sanzionabili. Il problema è che questi episodi vanno denunciati, non si può dire 'sono sempre gli stessi', altrimenti scatta un meccanismo omertoso che può creare danni al mondo del calcio».

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