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Genoa: Preziosi smentisce voci cessione, ma i debiti restano

Il presidente, «come altre volte ha manifestato la disponibilità a valutare eventuali proposte da parte di realtà e/o soggetti interessati al rafforzamento della società Genoa». Ma i debiti societari e l'interessamente per il Bari fanno pensare

Uno a uno palla al centro. Tramite un comunicato ufficiale apparso sul sito della società, il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, ha ufficialmente smentito l'esistenza di una trattativa per cedere la società.

Preziosi, conferma altresì «il proprio impegno presente e futuro nella gestione societaria e, come altre volte ha manifestato la disponibilità a valutare eventuali proposte da parte di realtà e/o soggetti interessati al rafforzamento della società Genoa».

Ma i sospetti restano. A parte il solito giornale tornato alla carica, a detta di molti avverso alla società dopo qualche recente discussione, non si può negare che i conti del Genoa non siano proprio rassicuranti. Anzi.

Vero è che negli ultimi dieci anni ci ha pensato il Prez a ripianare i debiti. Ma non va dimenticato come è cominciata l'era Preziosi. Il Genoa venne acquistato dal tribunale fallimentare di Treviso per 700 mila euro.

Il re Mida dei giocattoli ha sempre avuto la passione per le società in saldo e le recenti voci su un interessamento del patron rossoblù al Bari, società appena fallita, potrebbe essere un ulteriore indizio di una cessione del Genoa.

I sostenitori dell'esistenza di una trattativa hanno individuato in un funzionario della sede di Lugano dell'Ubs il mediatore, avvistato in tribuna in occasione di Genoa-Udinese. Gli acquirenti entrerebbero prima in società al 51% per poi acquisire il restante 49% dopo aver quantificato in maniera precisa i debiti societari. Al centro del nuovo progetto ci sarebbe Gian Piero Gasperini.

Dunque porte aperte, ufficialmente, a un nuovo socio. Senza dimenticare che dall'estate scorsa Antonio Rosati è stato nominato vicepresidente esecutivo. Quest'ultimo è finito recentemente su tutti i giornali, come parte offesa in una inchiesta sulla 'ndrangheta e in particolare sul clan guidato da Giuseppe Pensabene, tra Desio e Seregno. Parte offesa, non colluso. Il suo nome è finito nelle carte del gip insieme a quello dialtri "colleghi": Gianbartolo Pozzi (direttore generale della Spal) e Giuseppe De Marinis (ex presidente della Nocerina).

Insomma fra smentite ufficiali e presunte conferme, la telenovela va avanti. Ma quello che conta veramente al momento è che la squadra non venga distratta da queste voci, restando concentrata sul raggiungimento dell'obiettivo numero 1, la salvezza.

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