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Calcioscommesse: la parola ai gestori dell'osteria del Coccio

Stefano e Luca Pollicino, dell'Osteria del Coccio, raccontano la loro versione dei fatti, quando Criscito e Sculli sono stati fotografati con gli ultras Fileni e Leopizzi e l'albanese Altic davanti al locale. Immagini al centro dell'inchiesta di Cremona

«Vogliamo ribadire che non siamo indagati, che teniamo al buon nome del locale, definito in questi giorni come ritrovo per un summit che in realtà non c'é mai stato. Criscito non conosce Altic». Stefano e Luca Pollicino, dell'Osteria del Coccio, raccontano la loro versione dei fatti dopo che il ristorante genovese è finito nell'inchiesta New Last Bet della procura di Cremona dedicata al Calcioscommesse.

«Intanto - spiegano - il locale non era affatto chiuso anzi, né era stato aperto appositamente. Sono molti inoltre i giocatori che vengono a mangiare da noi, soprattutto del Genoa ma anche della Sampdoria». «Il ristorante è aperto sia a pranzo che a cena e quel giorno - racconta Luca Pollicino - Sculli era a pranzo come fa spesso. Con lui c'era anche Altic, che conosco personalmente e più tardi, a pranzo finito, è arrivato Criscito».

I fratelli Pollicino ricordano molto bene anche l'arrivo dei tifosi Leopizzi e Fileni. «Sono arrivati e ricordo le facce adirate di entrambi per la prestazione nel derby che si era giocato la domenica precedente. Ricordo - aggiunge Luca Pollicino - che ad un certo punto Fileni si è allontanato di qualche metro con Criscito e gli stava rimproverando lo scarso impegno contro la Sampdoria sia suo che della squadra. Nessun incontro segreto o riunione organizzata comunque». «Altic? Lo frequentavo quasi quotidianamente e posso dire che tra lui e Criscito non c'era alcun rapporto, non andavano al di là di un saluto», spiega (Ansa).

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